...E PENSARE CHE LO DEFINISCONO "EQUO" COMPENSO
                                  di Cristina Mascheroni

     Recentemente ha fatto discutere la decisione presa dal ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi di “estendere il sistema dell’equo compenso ai dispositivi elettronici che sono in grado di riprodurre materiale protetto da copyright”. Il Decreto Bondi, firmato lo scorso 30 novembre, ha lo scopo di rideterminare l’ammontare dei tributi dovuti all’industria legata agli audiovisivi in caso di copia privata di contenuti multimediali soggetti a copyright, così come previsto dalla legge sul diritto d’autore. Questo tributo non è, a tutti gli effetti, una novità per la nostra legislazione: infatti, fu introdotto nel 2003, con decreto legislativo 68/2003, e prevedeva il pagamento a monte da parte di produttori e distributori di una tassa alla Siae (Società Italiana Autori ed Editori) quale risarcimento dovuto agli autori per la riproduzione delle loro opere ai fini privati, in osservanza a quanto previsto dall’art. 71 della legge sul diritto d’autore del 22 aprile 1941, nr. 633. Successivamente, l’obbligo dell’equo compenso fu esteso a Cd e Dvd, andando così a gravare sul prezzo d’acquisto del prodotto. Oggi, il Decreto Bondi ha di fatto esteso l’obbligo dell’equo compenso ad una elevata quantità di dispositivi digitali finora esenti, fra i quali figurano hard disk esterni e multimediali, lettori Mp3, chiavette Usb e telefoni cellulari. Insomma, ogni apparecchio utilizzabile al fine di riprodurre, in forma privata, musica, filmati, fotografie e quanto altro prodotto da terza persona e protetto da diritto d’autore.
     Il caro ministro, però, non si è limitato ad ampliare il campo d’applicabilità del tributo… Infatti, il decreto sancisce che l’importo dell’equo compenso debba aumentare proporzionalmente alla capacità di memoria degli apparecchi, causando così un pregiudizio all’industria tecnologica dove, com’è noto, la disponibilità di spazio di memoria dei dispositivi aumenta di fatto ad ogni nuova generazione di prodotti quando i prezzi degli stessi diminuiscono.
     Visto che siamo noi i consumatori finali dei prodotti, quanto peserà questo nuovo balzello sul nostro portafoglio? Facciamo qualche esempio: con la nuova normativa, per un hard disk esterno da 1 TByte si dovrà pagare una tassa di circa 10 euro, contro un prezzo d’acquisto del prodotto di circa 60/70 euro (come si può notare, l’incidenza sul prezzo non è poca!). Per apparecchi hi-fi o lettori Mp3 con memoria o con hard disk integrato pagheremo Euro 5,15 (da 1 a 5 GByte) o Euro 6,44 (da 5 a 10 GByte); fra i prodotti video, sulle memorie o HD integrati nei VCR, sui decoder satellitari e sugli apparecchi TV con hard disk o memoria integrata pagheremo Euro 16,10 (da 120 a 160 GByte), mentre sugli

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