RIPERCUSSIONI ECONOMICHE E NOVITÀ 2010
                                  di Giovanni Cozzi

     Mercato automobilistico mondiale.
     Dopo un 2009 colmo di problematiche e colpi di scena a dir poco eclatanti è giusto domandarsi quali conseguenze positive e negative tali eventi avranno, a livello economico, in questo 2010 appena iniziato e, conseguentemente, negli anni a venire.
     Facendo un passo indietro, dobbiamo ricordare come la crisi economica, responsabile della recessione avvenuta poi a livello mondiale, sia iniziata in America con il crollo del mercato azionario di Wall Street, protagonista, innanzi tutto, della reazione a catena corresponsabile, a sua volta, tra le altre cose, di aver portato al collasso i maggiori costruttori automobilistici di Detroit. Tale situazione, oltre a far saltare istituti bancari saldamente presenti da decenni sul mercato americano e, conseguentemente, importanti società di credito ad essi collegate, ha veramente messo in ginocchio l’intera economia dell’intero paese, tanto da non ricordare un tonfo simile da quel famigerato “venerdì nero” datato 1929 e tanto da dover scomodare addirittura il Presidente degli Stati Uniti in persona con staff di esperti al seguito. Così, dopo aver studiato attentamente la situazione, i membri dell’equipe decretarono, quale unico modo per salvare Chrysler e General Motors dalla bancarotta, la necessità urgente di stanziare finanziamenti statali immediati come terapia d’urto per poi imbastire un piano a più largo respiro, atto a risanare completamente la drammatica situazione verificatasi.
     Unica voce fuori dal coro la Ford, quale ultima, dichiarandosi economicamente stabile in quel momento, non necessitava di tali benefici sostenendo di essere comunque autosufficiente per colmare le proprie eventuali perdite. Peccato poi scoprire che, per tenere in piedi la società, il brand americano, dopo aver già rinunciato alla prestigiosa Jaguar qualche tempo fa, ora ha venduto persino la Volvo, l’ultimo fiore all’occhiello rimastole, ai cinesi della Geely, rimanendo così solo ed unicamente un marchio a carattere generalistico.
     Tornando a noi, non si può non notare come all’epoca dei fatti sia dai giornali sia dalle televisioni si apprese come lo stesso staff incaricato di studiare il problema, individuò quanto obsoleti e quindi eccessivamente dispendiosi fossero i procedimenti produttivi nelle catene di montaggio di tali aziende, approntate purtroppo con metodologie ormai superate ed oltretutto finalizzate a produrre

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