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“…non mancano le idee, non mancano i musicisti che sanno suonare,
non mancano le intelligenze… manca il coraggio della gente…”

                                  di Cristiano Calori

     Ho incontrato Diego Galeri, il mitico Diego picchia di più, ex batterista dei Timoria, rock band bresciana che ha dominato la scena rock in Italia per tutti gli anni Novanta e attuale componente dei Miura rock band, nata nel 2006, che oltre a lui annovera tra le fila pure un altro ex Timoria, Carlo Alberto Pellegrini “Illorca”, purtroppo ancora convalescente dopo un brutto incidente d’auto di cui è stato vittima, ma profondamente presente nel progetto Miura.
     Abbiamo chiacchierato, soprattutto di musica e dello stato di salute della musica italiana, pur cercando di avere un atteggiamento distaccato non ho potuto esimermi dal toccare l’argomento “Timoria”, che chiaramente rimane per lui un’esperienza chiusa anche se fondamentale della sua esperienza artistica. Per me, semplicemente, ha significato rivivere e rituffarmi in ricordi di grandi concerti a cui ho assistito negli anni Novanta, tra tutti il “Sonoria festival rock italiano” a Milano del 1994, che li vide sul palco con Sepultura, Helmet, Aerosmith e Whitesnakee ed il concerto al Rolling Stone di Milano nel 1995, in cui suonarono con Eugenio Finardi e Mauro Pagani, riaffermando che secondo me i Timoria hanno rappresentato una concept band poco compresa dal grande pubblico, ma che ha prodotto album di grande qualità. Comunque, bando alle nostalgie.
     Diego, parlami del progetto Miura, a che punto è, quali sono i progetti per il futuro, quali sono le date nelle quali suonerete nei prossimi mesi?
     “Miura ha ormai superato il traguardo del secondo album da circa un anno. ‘Croci’ è uscito nell’aprile del 2008, abbiamo fatto un buon numero di concerti e continuiamo a farne, la formazione è ormai stabile e rodata… tutto procede al meglio. Le date sono pubblicate costantemente sul nostro sito ufficiale (www.miuramusic.com). Nei prossimi mesi inizieremo a registrare il terzo album che, se tutto va come previsto, uscirà dopo l’estate… abbiamo un consistente numero di brani nuovi pronti… l’energia e la voglia di lavorare ad un disco nuovo sono forti.”
     Cosa fanno gli altri componenti dei Timoria che non sono con te ed Illorca nel progetto Miura, vi sentite ancora tra ex-Timoria?
     “In verità poco… io ed Enrico ci sentiamo, ci vediamo ogni tanto… semplicemente, dallo scioglimento dei Timoria ognuno conduce la propria vita seguendo le proprie inclinazioni, fa parte della naturale evoluzione delle personalità di ciascuno.”
     La mia generazione (non so se senza vento oppure no) è cresciuta tra la fine degli anni ottanta e tutti i novanta con la musica dei Timoria, Litfiba, Casino Royale, Denovo, Ustmamò, Bandabardò e molti altri gruppi "underground" italiani, una vera e propria esplosione di intelligenze, energia e creatività, che riscuotevano pure notevole successo di pubblico con concerti quasi sempre gremiti. Secondo te, perché si è arrestata questa vivacità musicale? Oppure la mia è solo nostalgia generazionale ed ogni generazione ha i suoi eroi?
     “Credo proprio che la tua sia nostalgia generazionale. Non mi piace molto guardare indietro, nonostante sia assolutamente orgoglioso di quello che è stato credo si debba guardare avanti… a volte mi innervosisce l’atteggiamento di certe persone che rimarcano continuamente la nostalgia dei bei tempi passati (non mi riferisco a te!)… perché? Il passato bisogna ricordarlo con gioia non con accezione nostalgica… primo perché quei momenti non si possono replicare e poi in quanto c’è ancora molto da fare… mi ritengo un musicista maturo, non decrepito. È vero, probabilmente quel periodo è stato particolarmente fertile, ma bisogna considerare che c’era l’entusiasmo derivante da una ‘nuova scena italiana’, tutti ne subivano l’influenza, dalle case discografiche al pubblico, che andava ai concerti e comprava i dischi. Oggi non mancano le idee, non mancano i musicisti che sanno suonare (anche molto meglio di quelli degli anni 90), non mancano le intelligenze… manca il coraggio della gente di innamorarsi di un progetto, manca l’incoscienza di lasciarsi andare alle emozioni, la gente è annoiata, impaurita. I media fanno di tutto per terrorizzare le persone, per incanalare le coscienze… bisognerebbe stare un po’ di più in silenzio e ritrovare le proprie idee. È ancora possibile farlo.”
     Come consideri il panorama musicale italiano contemporaneo, chi ti piace?
     “Mi piacciono molte cose, in particolare i Giardini di Mirò, Moltheni, i Fratelli Calafuria, gli Stoop (ovviamente) Deasonika… in generale in Italia lo stato di salute della creatività nel campo musicale è molto buono.”
     Con tutto il rispetto per questi artisti, possibile che l'Italia esporti solo la musica della Pausini, di Ramazzotti e di Bocelli?
     “I tre nomi che hai citato sono tre professionisti, possono piacere o meno, ma fanno il loro lavoro egregiamente e in qualche modo credo dimostrino che anche in Italia si possono fare le cose in grande… probabilmente si muovono in un ambito ‘più comodo’… la canzone melodica fa parte del nostro background culturale e in qualche modo credo sia più semplice da esportare rispetto ad altri generi musicali; un po’ come il reggae per i giamaicani o la salsa per i cubani. In merito al fatto che l’Italia esporti solo questo genere musicale, ti dico che non è affatto così, esistono un sacco di bands italiane, il più delle volte sconosciute da noi, che suonano e pubblicano dischi all’estero… spesso si tratta di progetti molto di settore, ma che comunque hanno buoni riscontri all’estero… il fenomeno Lacuna Coil poi la dice lunga sulle reali possibilità di esportazione della musica italiana. Io credo che gli artisti italiani in genere non abbiano alcunché da invidiare a quelli stranieri, anzi, in molti casi hanno più cose da insegnare.”
     Tu che hai fatto la gavetta nelle birrerie e nelle feste di piazza, cosa ne pensi dei talent show tipo “X-Factor”?
     “Credo che i modelli che la TV propone, in genere, non facciano bene alla musica e soprattutto ai giovani musicisti/artisti forniscono una visione distorta di quella che è la realtà. Il successo per un artista non deve essere lo scopo, lo scopo deve essere fare buona musica… se poi la musica è buona e l’artista sa fare il proprio mestiere la gente se ne accorge, certo, ci vuole più tempo e non è detto che succeda, ma il successo televisivo è effimero e nel 99% dei casi crea scompensi terribili. Inoltre c’è bisogno di riabituare il pubblico ad uscire di casa per andare ai concerti, in teatro, al cinema, mentre i talent show televisivi incollano la gente al divano; quindi ‘X-Factor’ non mi piace, lo trovo diseducativo e di una tristezza infinita… Sono sicuramente un modo veloce per monetizzare. Autori, produttori, managers, case discografiche sfruttano il fenomeno del momento fino all’esaurimento per poi passare a quello dell’anno successivo… e del precedente non rimane traccia.”
     Come ben sai, siamo in molti a sperare di vedere di nuovo i Timoria insieme, un giorno chissà, lo stesso Omar ha sempre parlato di una pausa di riflessione e non di uno scioglimento. Non avete mai pensato ad un “reunion live” anche di un solo giorno, un po' come hanno fatto i Bluvertigo lo scorso anno? Ne avete mai parlato?
     “No, non ne abbiamo mai parlato, non ci sono progetti in merito, ognuno è concentrato sulle proprie cose. I Timoria sono stati un progetto profondamente importante… per riprendere il cammino ci vorrebbero forti energie e motivazioni e al momento non ci sono. Per quanto mi riguarda le priorità ora sono i Miura e Prismopaco, l’etichetta che ho avviato nel 2008 e con la quale nel 2009 pubblicherò l'album dei Miura ed altri uno o due progetti nuovi.”
     “Un saluto a te Cristiano, grazie per l’intervista e spero di vederti ad un nostro concerto presto!”
     Un saluto a te, mitico Diego, e “buona suerte" per la tua avventura musicale.

 

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