Fin che affidiamo alla bestialità umana la risoluzione dei problemi non possiamo non riflettere sulla poesia di Quasimodo “Uomo del mio tempo”, un uomo che dagli albori ha visto uccidere il fratello Abele con la clava ed ora uccide con molto più distacco con i bombardamenti… anche quelli per portare la libertà (Afganistan Bosnia, Iraq… solo per citare i più conosciuti).
     A volte di fronte a certe scene di devastazione ci si chiede come possa essere possibile che qualcuno uccida, distrugga così determinatamente e quali valori si possano ancora inculcare nei nostri figli nel terzo millennio e mi chiedo “quousque tandem”… abuterimus patientia deorum? (fino a quando abuseremo della pazienza degli dei?) Fino a quando Dio non deciderà un altro diluvio universale?
     Sono convinto che le armi non hanno mai risolto veramente alcuna ingiustizia, ma dato solo ragione al più forte o al più prepotente, a chi vuole imporre con le armi la democrazia… (e mi richiama una bellissima pagina di un filosofo napoletano di fine settecento che citava le riflessioni di un povero contadino di fronte a chi esaltava la libertà portata dai francesi (se non erro): allora la libertà mi darà da mangiare, riparerà il tetto della mia casa…
     La vera libertà é nella giustizia e nel rispetto umano che a parole per il momento ho colti nel discorso di Obama nel Campidoglio di Washington, che hanno acceso gli animi degli umili, di coloro che ancora credono in qualcosa. “Ai posteri l’ardua sentenza…” [Manzoni – 5 maggio].
                                                            gaudens@live.it

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