TRIBUTO A GAETANO DONIZETTI
                                  di Cristina Mascheroni

     Bergamo, Città dei Mille. Mille volti, mille sfaccettature, mille e più di mille secoli di storia. “La Storia”, quella scritta sulle Mura di Città Alta, sui Propilei di Città Bassa, nell’acciottolato delle viuzze che si inerpicano su Città Alta, sui campanili delle chiese che decorano il profilo di una città così bella che, quando la vedi da lontano, così arroccata sul colle, ti si stringe il cuore e si chiude la gola per l’emozione, mentre una sottile malìa ti pervade, la Storia con la S maiuscola è anche quella narrata dai suoi cittadini più illustri, che un segno hanno lasciato del loro passato, imprimendo lustro e benemerenza a questa città.
     Uno di loro è Gaetano Donizetti (1797-1848), geniale e prolifico compositore e musicista bergamasco. Un’esistenza segnata da grandi opere sinfoniche, coronate da un immenso successo sia in patria quanto all’estero, al quale fa da contraltare una sfortunata esistenza, un’infanzia umile e difficile, una vita

segnata dai dolori per i figli mai avuti e dalla perdita dell’amatissima moglie Virginia, a seguito di complicanze dovute dagli infelici parti. Fino alla morte, avvenuta nel 1848, dopo anni di malattia vissuta all’estero ed in solitudine, lontano dall’amata città, dai ricordi

più dolci.
     Gravemente ammalato, dopo oltre sedici mesi di degenza presso la casa di cura di Ivry, alle porte di Parigi, il compositore, ormai totalmente incapace di intendere e di volere, viene rimpatriato e può far così ritorno a Bergamo, dove viene accolto nel palazzo della baronessa Rosa Rota-Basoni-Scoti, grande amica di gioventù. Gaetano Donizetti muore l’8 aprile 1848 e gli vengono imputate grandi onoranze funebri; la salma viene poi tumulata nel cimitero di Valtesse, sobborgo di Bergamo.
     La prima commemorazione del Donizetti ebbe luogo nel 1875, quando le sue ceneri, unitamente a quelle del suo maestro Simone Mayr, furono traslate nella basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo, dove, già dal 1855, lo scultore

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