trovate e i suoi scherzi da prete, a volte decisamente pesanti. Aveva un punteruolo arrugginito conficcato nella schiena e la camicia gialla era rigida come cartone per il sangue rinsecchito. Orazio ebbe un momento di debolezza; si ritrovò il cavallo dei pantaloni completamente bagnato e i calzini inzuppati di liquido caldo. A Nello passò per la testa che quella poteva essere la ricompensa che qualcuno aveva riservato a Gaetano per via di qualche suo scherzaccio poco gradito. Ci fu appena un istante di indecisione e di smarrimento avvertito da entrambi.
     “Sssss… subito in paese ad avvisare” sibilò Nello, che tra i due era quello che aveva più senso pratico. Detto e fatto; si mossero subito e fecero la risalita a salti arrampicandosi anche con le unghie. Come razzi. Quando sbagliavano la traiettoria la correggevano subito; ritrovata la direzione, cadevano e si rialzavano per poi riprendere la corsa più veloci di prima. Udirono voci e risa sull’altro versante, voci e risa di persone che scendevano al fiume. C’era anche Tony, compagno di bevute di Gaetano, che trasportava una enorme borsa frigo, ma per loro tale e tanta era la fifa che non pensarono di fermarsi o di mettere quella gente sull’avviso, almeno. Dopo appena una ventina di minuti furono in vista delle prime case dell’abitato. I pochi che si trovavano per strada a quell’ora videro passarsi davanti due schegge dalle sembianze umane. Erano talmente veloci che nessuno li riconobbe; solamente la gente si voltava perplessa e li guardava correre disperatamente, fino a vederli sparire.
     I due amici corsero dritti in caserma senza neppure sognarsi di fare soste. Vi arrivarono trafelati e batterono alla porta con impazienza fino a che questa non venne aperta dal militare di guardia.
     “Allora, che c’è?” biascicò quello con apparente disinteresse.
     “Uuuuuu… un morto, giù al fiume!” quasi urlò Orazio, nel rispondere alla domanda.
     “Un morto?” il carabiniere si fece più attento.
     “Un morto!” fece eco quello spilungone di Nello con importanza e anche un filino di soddisfazione; con quel tono di voce il ragazzo tentava di nascondere almeno in parte quella feroce agitazione interna che si era impadronita di lui ma il carabiniere non se ne accorse. Ne vennero fuori altri due, di carabinieri; ascoltarono attentamente poi uno di loro, quello graduato, prese le chiavi dell’auto. Montarono, viaggiarono in silenzio e arrivarono in prossimità del luogo in pochi minuti. Percorsero il sentierino verso il fiume senza parlare. Un chiacchiericcio interrotto da scoppi di risa arrivò dabbasso a smorzare la

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