fornaio dove si poteva respirare quel profumo di pane appena sfornato che faceva venire l'acquolina in bocca… si prendeva un bel pezzo di focaccia avvolta in un pezzo di carta unta e via, dentro la cartella. Poi di corsa verso il portone spalancato della scuola e lungo il corridoio che portava nella propria aula.
     Anche la scuola aveva un che di misterioso e di magico al tempo stesso, aveva un'anima perché lì era passata la storia: un antico convento, dove avevano stazionato personaggi famosi come Napoleone e Garibaldi, e i muri stessi trasudavano di questa essenza temporale e storica… questa atmosfera contribuiva a renderci subito, appena varcata quella soglia, più disciplinati, ma forse erano proprio altri tempi, quando il maestro solo con uno sguardo incuteva timore. L'aria odorava di carta stampata per i libri e per le carte geografiche appese alle pareti, mischiate all'odore della pittura data di fresco alle pareti e all'odore dell'inchiostro e dei pennarelli. Tutto era pulizia, ordine e disciplina: entrava il maestro, il direttore o il bidello e tutti in piedi a salutare; si usciva all'intervallo per andare ai bagni o nel cortile in fila due a due. L’ora di educazione fisica si svolgeva in una palestra ricavata da una vecchia chiesa sconsacrata con immagini sacre smozzicate alle pareti. Gli esercizi si limitavano a movenze fatte con i cerchi e le clavette o alla marcia fuori nei cortili lungo i porticati, con tanto di “avanti march” e “passo” urlati in tono militaresco, retaggio di una formazione didattica in tempi di regime. Ripensandoci stento io stessa a crederci, ma era proprio così. Eppure sono della Classe 1962....
     Suonava la campana e si correva a casa affamati, prima i compiti e poi, se il tempo lo permetteva, a giocare fuori oppure la Tv dei ragazzi che iniziava alle diciassette e prima di quell’ora nessun programma. Anche il televisore era differente, uno scatolone immenso con quelle valvole che quando si accendeva l'interruttore (non c'era telecomando, anche perché i canali erano 1 massimo 2, i più fortunati avevano la Svizzera) partiva un puntino che andava via via accendendosi e dilatandosi. Quando arrivava l'ora X, scendeva una rete e c'era la mitica sigla che annunciava l’inizio dei programmi, ovviamente in bianco e nero. Se si usciva fuori, ci si ritrovava con gli amici della via che non erano necessariamente quelli della scuola. Mi ricordo che essendo Città Alta una cornice particolare era spesso set per riprese cinematografiche e allora quello era l'evento emozionante della giornata: andare a spiare le riprese, quelle scene ripetute mille volte fino alla nausea. Se erano film in “cappa e spada” era ancora più bello: le carrozze, i cavalli, i costumi, e poi gli attori, nomi illustri spesso,

        pagina 02 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Città Alta, Giusy, Cretto, Novella, Mensile, Narrativa, On-line, Storia, Racconto, Antica, Ricordi