ELISA
                                  di Loredana Becherini

 

Di quel momento attorto
nel dolore e nel sangue
tra spasimi di vita e l’ansimare
rotto nell’urto che dilania il ventre
nulla rammento ma di te liberata
dall’involucro tiepido di carne
quell’altissimo pianto impreparata
mi colse e ancora
la sua eco mi esplode nel ricordo.
Profetessa inquieta
di estranei mondi in un fugace volo
di stormi migratori ti svelavi
non bastava un sentiero
lungo un argine noto di pioppelle
passi intricati hai mosso
dove più folto è il bosco e misteriosa
risuona l’eco radiante dell’astro
in una polla d’acqua alla radura.
Così hai placato il pianto e la tua sete
di assoluto bevendo dai suoi occhi.

     (da "Tentazioni")

 

Nota esplicativa
     Questa lirica è tratta dalla silloge intitolata “Tentazioni”, con la quale l’autrice ha ottenuto l’alto riconoscimento del “Premio delle Arti Premio della Cultura” ed. 2008 per la sezione Poesia.

     Perché questo titolo?  Le “Tentazioni” sono quelle che la poesia suggerisce, plasmando le parole delle emozioni, dei sentimenti, delle riflessioni, per saggiare la capacità di esprimere l’inesprimibile, quel non-detto che resta sotteso alle parole tentatrici, che costituisce l’essenza del messaggio poetico.

 
 
 
 
 
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