IL BAMBINO AGGRESSIVO
                                  di Enrico Caruso

     Quando il bimbo diventa aggressivo, ciò non può essere sottovalutato, in quanto tale condotta segnala un disagio che dovrà essere decodificato dall’adulto. Ancor prima di parlare di patologia, cioè disturbo della condotta, diventa necessario chiedersi cosa sta succedendo in quel bambino che non riesce a relazionarsi con gli altri, se non attaccandoli, come potrebbe succedere nella relazione con gli adulti. Cosa fare con un bambino aggressivo? Cosa deve fare l’insegnante per proteggere la scolaresca, o se stessa, dagli attacchi aggressivi del bambino?
     Prima di tutto bisogna escludere che tale combattività non sia la risultanza di una compromissione neurologica, per questo si necessita sempre di un consulto neuro-psichiatrico e poi psicologico. Il bambino aggressivo solitamente non riesce a “subliminare” i suoi istinti, essi vengono manifestati così come sono ed egli potrebbe veramente diventare pericoloso per l’incolumità degli altri bambini. In lui solitamente si ritrovano desideri esibizionistici frustrati, l’autostima è molto bassa, oppure si sentono onnipotenti senza però mai mettersi in gioco sul piano della competizione scolastica.
     Dal punto di vista familiare, spesso questi bimbi non sono seguiti. Il fare educativo è solitamente impregnato di una normatività dura, basata sulla paura, o dall’altra vi è la piena noncuranza: per questo motivo gli attacchi aggressivi di questo bambino, spesso sono motivati da profonde cariche invidiose che tenderanno a distruggere ogni tipo di relazione simmetrica (pari) o asimmetrica (adulti). In realtà questo bambino è molto spaventato da se stesso, in quanto non riesce a proteggersi dai suoi stessi impulsi o dalla fantasia di un “nemico in agguato” dal quale deve costantemente difendersi, regna in lui una profonda angoscia persecutoria.
     Si parla di patologia del comportamento aggressivo, quando dallo specialista viene diagnosticato un vero e proprio “disturbo della condotta” che consiste in “una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri, le principali norme o regole societarie appropriate per l'età, vengono violati, come manifestato dalla presenza di tre (o più) dei seguenti criteri nei 12 mesi precedenti, con almeno un criterio presente negli ultimi 6 mesi”.
     Aggressioni a persone o animali: spesso fa il prepotente, minaccia o intimorisce gli altri; dà inizio a colluttazioni fisiche; ha usato un'arma che può

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