legittimazione di questo strumento per il quale ci si potrebbe arrogare diritti abusando di un ruolo semplicemente ricognitivo.
     Allo stato attuale e in un quadro alterato come quello italiano, dove la pubblica amministrazione e i servizi alla collettività vivono una condizione di precarietà, il ricorso alle ronde cittadine appare un male necessario, istituzionalmente parlando, ma un bene auspicabile, concretamente riflettendo, perché sostiene ed accompagna l’azione di polizia, deficitaria per la carenza di risorse. Resta il fatto, al di là degli immancabili soloni che osteggiano il provvedimento ritenendolo incompatibile con uno Stato democratico dando chiara dimostrazione di una miopia grave e pericolosa, che il governo ha, con tale condotta, implicitamente ammesso di non voler o poter destinare risorse ad un comparto necessario per la salvaguardia dei diritti alla persona, perpetuando un modus operandi che travolge anche la sanità, i trasporti, l’istruzione e più in generale la pubblica amministrazione, frustrando le lecite aspettative dell’opinione pubblica.

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