BERGAMO E GLI ESTREMISTI
                                  di Pierluigi Piromalli

     I crescenti contrasti socio-politici, che rimandano alle fosche atmosfere dei plumbei anni settanta, riecheggiano nelle città della penisola ed anche nelle realtà più provinciali, complice una costante trasformazione del tessuto sociale che sta deviando pericolosamente verso forme autoritarie che lentamente affiorano nel panorama nazionale. Il virus della lotta politica ideologica ha intaccato anche la provinciale Bergamo, la quale, da oasi un tempo felice, è divenuta crocevia, per svariati motivi, di accadimenti una volta circoscritti alle più turbolente e tumultuose realtà metropolitane. La città è stata recentemente teatro di una massiccia manifestazione del centro sociale e di anarchici che hanno osteggiato il raduno di esponenti di Forza Nuova, movimento di estrema destra che ha ufficialmente inaugurato una propria sede in prossimità, neanche a farlo apposta, dell’area di via Quarenghi, luogo ove esiste una vasta concentrazione di stranieri e che rappresenta la multietnicità per antonomasia.
     Le contestazioni, inizialmente circoscritte a slogan ideologici, a cori da stadio e ad inni patriottici, sono degenerate in incidenti a causa delle intemperanze di alcune decine di manifestanti che sono state contrastate dall’energico intervento del massiccio contingente di polizia, che ha fortunatamente evitato pericolosi contatti con la formazione opposta, comunque attrezzata, fin dal raduno in Piazzale della Malpensata, per rispondere materialmente ad eventuali aggressioni. Gli incidenti non meravigliano in quanto erano stati largamente annunciati nelle settimane precedenti, sia attraverso il web, con il dilagare di minacce incrociate, sia mediante un vasto dissenso che era stato esternato dalle frange dell’estremismo di sinistra ed il cui scopo era quello di far proseliti tra la popolazione per sostenere la lotta all’antifascismo. Anche Bruni, impegnato nella campagna elettorale per la riconferma a Palazzo Frizzoni, nulla ha potuto, né poteva fare, di fronte ad una manifestazione autorizzata ma avversata da un ampio tam tam locale dei responsabili del centro sociale, che si era mobilitato anzitempo per sollecitare un esteso coinvolgimento contro esponenti dell’estremismo di destra. Anche le istituzioni locali, sollecitate da più parti a rinviare l’evento se non addirittura a proibirlo per ragioni di ordine pubblico, poco hanno potuto di fronte a questa comune volontà di manifestare pubblicamente, seppur in forme estreme, contrapposti pensieri che, più specificatamente, si innestano in un clima politico e sociale condizionato dalle particolari situazioni congiunturali del Paese e dal dilagare di fenomeni quasi sfuggiti di mano al controllo istituzionale.
     Certamente lo spettacolo che Bergamo ha vissuto in una tiepida giornata prefestiva non è stato affatto edificante, ma ovviamente era utopia sperare che contrapposte fazioni, così profondamente divise ed antitetiche nei rispettivi modi

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