PERCORSI DI PITTURA NEL ‘900 A BERGAMO
                                  di Cristiano Calori

     È stata inaugurata il 29 maggio e resterà aperta fino al 14 giugno 2009, presso gli spazi della Sala Manzù della Provincia di Bergamo, la mostra “Percorsi di pittura nel ‘900 a Bergamo”, organizzata dal dott. Fabio Bergamaschi di Rotary International e responsabile del Progetto Polioplus in collaborazione con la Provincia di Bergamo, nella persona del prof. Fernando Noris, con il sottoscritto come supervisore e curatore del catalogo e il Credito Bergamasco, da sempre sensibile all’arte e alla solidarietà, come sensibile sponsor. Il ricavato della mostra sarà devoluto in favore del progetto Polioplus, che si occupa da diversi anni di vaccinare le persone contro il virus della polio ancora diffuso in quattro paesi al mondo, Afghanistan, Pakistan, India e soprattutto Nigeria: a quest’ultima andranno i fondi raccolti, con un solo euro si può acquistare un vaccino e rendere normale la vita ad un bambino nigeriano.
     Veniamo al tema della mostra: questa raccolta di dipinti ci offre l’occasione di vedere un eterogeneo corpus di lavori di artisti appartenenti all’area della nostra provincia o ad essa strettamente legati, attivi nella prima metà del Novecento, un periodo storico che ha fatto da preludio all’era contemporanea esplosa nel primo dopoguerra e che ancora stiamo metabolizzando. Le opere in catalogo sono per la maggior parte di autori ancora poco valorizzati dal mercato dell’arte e, salvo alcuni casi, poco conosciuti al di fuori del nostro territorio, che fatica a potenziare il proprio patrimonio artistico e culturale. Il mercato dell’arte e il sistema ad esso collegato rispondono da un decina d’anni a regole che sono tipiche delle merci e del marketing appiattendosi su un “International o Global Style” delle arti contemporanee, che risultano stilisticamente sempre più simili e senza soluzioni di continuità, da Pechino a Berlino, da Milano a New York. Questo atteggiamento, largamente diffuso nella società odierna non solo nell’arte ma anche in altri campi che vanno dal turismo agli stili di vita individuali, sta provocando un lento distacco dalle proprie radici, soprattutto nelle generazioni più giovani, maggiormente disponibili e predisposte al confronto con il mondo e poco stimolate a conoscere il proprio retroterra culturale. Potrebbero apparire anacronistici gli autori di questo catalogo, se valutati con i criteri contemporanei, avendo operato e vissuto in stretta relazione al territorio di origine e nel solco della tradizione artistica che avevano assimilato nelle Accademie, se non li contestualizzassimo ai movimenti artistici più importanti a loro contemporanei, in piena sintonia con quello che i filosofi dell’Ottocento

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