È certo giusto che vengano comminate multe e sanzioni a chi trasgredisce sia a scopo punitivo sia correttivo ed è giusto che chi riceve una multa la paghi. Non è corretto che i Comuni vedano le contravvenzioni solo come una risolutiva fonte di introiti ed è lecito che gli automobilisti che si sentano colpiti ingiustamente facciano ricorso e non paghino come pecoroni. Se i Comuni mostrassero di mettere in atto quanto disposto dall’articolo 208 del Codice della Strada e palesassero di investire questi proventi in migliorie per rendere più sicura la circolazione, in attività educative indirizzate soprattutto, ma non solo, ai giovani che saranno gli automobilisti del futuro e sono, ahimè, spesso vittime della strada, e rendessero noti questi investimenti, sarebbe certamente un atto positivo che potrebbe far accrescere il senso di fiducia, oggi intaccato, nelle istituzioni. Una tale politica potrebbe anche insegnarci che l’essere un buon cittadino non si esaurisce solamente con il mettere mano al portafoglio, ma anche nella condotta e nella guida corretta e rispetto del codice della strada. Solo così non ci sentiremmo come la “Gallina dalle uova d’oro” e non ci verrebbe la tentazione di coalizzarci e decidere di non pagare più, ma potremmo sperare di poter, chissà, in un prossimo futuro, vederci menzionare come il Paese con meno incidenti e meno infrazioni stradali d’Europa.

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