Cosa pensi del momento che sta attraversando la musica? Quale è la tua “ricetta” per il futuro?
     “Bella domanda! È la classica domanda in cui uno si può atteggiare a guru o profeta. Io vorrei che invece di essere il momento ad attraversare la musica fosse la musica ad attraversare il momento, perché l'unica ricetta possibile per la sopravvivenza della musica, ed io sono fiduciosissimo perché quella che è andata in crisi adesso non è musica, è che fino a quando ci sarà chi produce buona musica, finché ci saranno buoni autori, finché ci saranno le persone che si occupano di musica, come si occupano gli scienziati della loro scienza, allora potremo tagliare nuovi traguardi, potremo essere sempre ottimisti sul futuro e sulla ricerca musicale. Quando la musica va in crisi? Quando la si traveste da altre cose o meglio, quando si travestono altre cose da musica e si cerca di spiegare alla gente che quella è musica. Quella non è musica! Una volta, anche se i compromessi sono sempre stati fatti, semplicemente c'era, per chi faceva musica, un riconoscimento diverso, ma sarebbe anche sbagliato vederla così, perché in realtà dobbiamo ricordarci che nel 700 non c'era soltanto Mozart, Beethoven e Bach! Nel 700 c'erano i menestrelli dentro e fuori dai castelli, c'era la contadina che suonava il liuto o la chitarra, musica che è andata totalmente persa. C'era il cantore della chiesa che scriveva per il suo coro: è rimasto nulla di tutti quegli artisti perché, a parte qualche caso di sfortuna, quello che ci è stato tramandato è un discorso più legato alla ricerca sonora e allo studio della musica, quindi ci ricordiamo di Mozart e non del giullare di corte. Anche oggi bisogna aver la capacità di riconoscere il Mozart e dare meno ascolto al giullare, prendendolo magari per serio, il giullare deve farci divertire, deve farci ridere, ma non possiamo elevarlo a idolo perché toglieremmo visibilità a quelli che idoli saranno e verranno riconosciuti nel futuro, quindi, senza fare nomi, fra mille anni magari verranno ascoltati nomi che oggi non riusciamo a trovare nemmeno ricercandoli con Google e saranno completamente dimenticate cose che oggi ci sembrano innovative, profetiche ed importanti, cose che occupano talmente tanto spazio da offuscarne altre che meriterebbero di più.”

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