ospite, quest’anno il Brasile. Dopo il saluto introduttivo di Josè Viega Filho, Ambasciatore del Brasile in Italia, il pubblico ha caldamente applaudito l’ospite d’onore, l’Ambasciatore Luiz Henrique Pereira de Fonseca, Console Generale del Brasile a Milano: un personaggio importante per testimoniare il prestigio dell’appuntamento che il Festival riserva ogni anno a questo momento, un gemellaggio con Paesi di diverse culture, ma accomunati dall’amore e la passione per il cinema e il mondo dell’Arte. In sala era presente anche Luciana Druzina, direttore del Festival di animazione di Granimado, figura di spicco del mondo cinematografico brasiliano. In seguito, la serata si è colorata di allegria con lo spettacolo della Banda Berimabau, un gruppo di percussioni brasiliane che ha proposto ritmi e danze di origine afro-brasiliana, dalla samba tipica di Rio de Janeiro fino ai blocos afro di Bahia. In conclusione, è stato proiettato il film fuori concorso “Il dio nero e il diavolo biondo”, di Glauber Rocha, un capolavoro della cinematografia brasiliana firmato dal grandissimo regista brasiliano.
     I successivi tre giorni sono stati interamente dedicati alla proiezione dei film in concorso: trenta i film selezionati dalla Giuria, dodici per il concorso “Cinema d’Arte” e diciotto per “Sottoventi”, che si sono alternati a numerosi eventi collaterali volti a celebrare l’arte nelle sue molteplici forme di espressione, perché anche quest’anno lo spirito del Festival è proprio questo, ovvero offrire una visione completa, a 360° sull’arte, la cultura e il cinema evidenziando i legami che essi hanno con l’attualità e la vita quotidiana.
     Lunedì 20 luglio il primo appuntamento dedicato alla proiezione dei film in concorso. Per la sezione “Sottoventi” sono stati proiettati: “Death of Revolution “ di Ben e Chris Blaine (Inghilterra), storia di un bambino che non sopporta più i continui rimproveri dell’insegnante e, fantasticando, si immagina a capo di una rivoluzione di bambini; “Porque hay cosas que nunca se olvidan” dello spagnolo Lucasa Figueroa (Spagna), film ambientato in una Napoli degli anni ’50, con protagonisti quattro bambini alle prese con un difficile rapporto con una vecchia signora; “Prathyasha – The Hope” dell’indiano L.K.Leenus (India), storia surreale dove il protagonista, vestito da Gesù, sulla strada del ritorno a casa capita nell’abitazione di una famiglia che sta litigando e che alla sua vista, crede di essere realmente al cospetto del messia, causando lo stupore del protagonista che decide così di continuare in quella che lui reputa una missione salvifica. “Monkey Joy” di Amir Admoni (Brasile), un corto divertente che illustra metaforicamente la ricerca dell’identità da parte di un uomo; “The counterpart” di Nemes Laszlo (Ungheria), corto ambientato negli anni della prima guerra

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