O TI LICENZI O SALTI L’ESAME!
                                  di Gaudenzio Rovaris

     Da “La Stampa” di martedì 22 luglio. Che tristezza per uno come me che ha dedicato più di quarant’anni della sua vita agli studenti lavoratori ed al recupero di professionalità e competenze per chi per vari motivi non ha potuto seguire un iter normale di studi durante la sua giovinezza: ragazze, che le famiglie avevano destinate alle faccende domestiche (idee abbastanza diffuse nella società bergamasca di alcuni anni fa che pensava che lo studio fosse solo per i maschi della famiglia), operai che si sono resi conto delle difficoltà di avere un lavoro adeguato alle loro capacità, adulti che desideravano conoscere e via di seguito. Ricordo una riunione al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo in cui il rappresentante dei giovani industriali bergamaschi evidenziava il suo curriculum (corsi di specializzazione post universitari, college e master all’estero, esperienze dirigenziali a vario livello) e sottolineava quindi i suoi titoli per dirigere gente che possedeva solo una licenza media magari ottenuta con la frequenza delle 150 ore per lavoratori… Molti dei presenti si sono chiesti se questo diritto fosse merito suo! Se fosse stato figlio di un operaio avrebbe potuto frequentare scuole all’estero e/o avrebbe potuto diventare dirigente industriale senza le valide spalle di chi gli aveva preparato una comoda e sicura sedia?
     Spesso penso al Ministero delle Pari Opportunità (che viene visto solo per le donne e non per le pari opportunità di partenza dei cittadini, art.3 della nostra Costituzione): riuscire per chi appartiene alla casta dei “paria” è quasi un miracolo! Quanti tesori ho scoperto nelle aule in quegli anni scarsamente illuminate del Vittorio Emanuele e di quanti sacrifici e rinunce per dei giovani, che anche il sabato sera frequentavano allora le lezioni fino alle 22,40, sono stato testimone! Quante lotte con colleghi poco illuminati che facevano fuggire gli allievi trattandoli come pezze da piede (la selezione in quegli anni era tremenda, entro Natale si ritiravano in alcune classi iniziali più del 40%, spesso dei 30 alunni che iniziavano la prima classe arrivavano in quinta meno di una decina!). Quanti ricordi e come sono contento di quanto ho fatto per loro, che oggi in buon numero sono riusciti ad uscire dalle officine, ad affermarsi come professionisti ed a comprendere alcuni valori della vita che lo studio porta ad acquisire! È logico quindi il mio disappunto di fronte a titoli come quello de “La Stampa”.
     Eleonora è una studentessa lavoratrice del Politecnico di Torino, la quale ha superato quasi tutti gli esami del corso, anche con votazioni invidiabili per molti; ma per quel docente non può essere preparata se non ha frequentato le sue lezioni. Il tutto per la sincerità della candidata che ha chiesto collaborazione al

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