nell’alcool e nella droga anche perché hanno perso ogni speranza nella società, che li considera relitti e cerca di non vederli, infastidita dalla loro presenza e dal loro essere diversi e… parassiti…
     Se pensassimo a cosa sprechiamo con il nostro consumismo, alle parole evangeliche di un Gesù che invita a dare agli altri anche solo ciò che ci avanza, forse capiremmo perché noi oggi rifiutiamo i problemi escatologici e ci rifugiamo in un materialismo che ci esalta il “carpe diem”, il “vivere l’attimo” e il pensare solo a vivere il meglio possibile, chiusi nel nostro individualismo: forse l’idea di un inferno ultraterreno ci fa molta paura! E speriamo di non finire come il ricco epulone del vangelo che, dopo aver creduto di avere il paradiso in terra, si trova ad implorare dall’inferno eterno una goccia di acqua dal povero Lazzaro, che era costretto in vita a raccogliere le briciole dei pranzi luculliani del signore e che ora gode della luce di Dio…
     Forse è meglio non credere! Tuttavia concludo con la famosa scommessa di Pascal secondo cui scommettere che Dio c’è e non trovarlo nell’aldilà costa poco e ci invita a vivere bene i nostri giorni terreni, mentre scommettere che Dio non c’è e trovarlo poi di là senza alternativa possibile sicuramente sarebbe molto più tragico della prima ipotesi.
     Secondo gli antichi romani l’anno bisestile era funesto e molti superstiziosi lo credono ancora. Cerchiamo di essere noi con la nostra “generosità” a confutare queste credenze pagane. Buon anno!

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