“stanchezza” nel mantenere alto il livello della trama, ma se c'è chi ha ipotizzato che gli ultimi romanzi della Cornwell siano stati scritti da un ghost writer, significa che i fan storici sono molto, molto delusi dallo stile della scrittrice. Come al solito, il finale è troppo rapido e lascia l'amaro in bocca, in poco più di due pagine si conclude scoperta e cattura del serial killer. È lasciata senza conclusione la vicenda di Marino, sparito nel nulla dopo l'“incidente” in casa di Kay ; viene rivelata la malattia di Rose, ma non approfondita; Lucy continua a combattere contro il suo tumore e la sua solitudine… insomma, c'è abbastanza carne al fuoco per aspettarci un nuovo romanzo.
     Personalmente, credo che gli ultimi romanzi, soprattutto quello che vede debuttare il detective Win Garano, siano stati talmente deludenti, banali, scritti male, che quest'ultima opera ha il sapore dell'acqua fresca dopo l'arsura. Mi rendo conto che i puristi del romanzo scarpettiano inorridiranno, ma in fondo “Il libro dei morti” è una storia abbastanza scorrevole e, dopotutto, leggibile. Regaliamo alla Cornwell il beneficio del dubbio, sperando che la prossima puntata della saga la risollevi ai fasti di un tempo.
                                                                               Silvia Ferrari

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