di Cristo sia avvenuto nel luogo dove fu sepolto l’Uomo della Caduta per mondare il peccato originale tramite il sangue di Dio fatto carne.
     Ammirando questa chiesa notiamo che essa presenta una complessa iconografia medievale, dove si intrecciano significati ambivalenti creando l’impressione di non poter mai comprendere appieno il significato che lo scultore ha voluto dare alla sua opera. Il rischio che corre l’osservatore è quello di vedere nelle rappresentazioni simboliche più di quello che l’autore avrebbe voluto realmente mettervi, oppure come scrisse Oliver Beigbeder nel suo “Lessico dei simboli medievali”, l’uomo ha la possibilità di intuire che “mille interpretazioni diverse non arrivano ad esaurire tutte le varietà di accenti che una sinfonia può offrire, e tuttavia non c’è dubbio che il compositore, lui, non ne avrebbe ammessa che una e una soltanto”. Esaminiamo i più caratteristici insieme.
     Simbolo forte della Basilica è il leone stiloforo. Esso, ubicato all’ingresso delle chiese romaniche e gotiche come guardiano del luogo sacro, ha il compito di

impedire al profano di varcare la soglia del tempio. Viene considerato come l’animale che divora, ma che trasmette, allo stesso tempo, parte della sua forza all’anima della vittima, cosicché essa, attraverso l’esperienza della morte, possa raggiungere la completezza spirituale: i

maestri costruttori, ponendo questa figura all’ingresso della chiesa, volevano simboleggiare il limite invalicabile fra il sacro e il profano, il bene e il male, la morte e la resurrezione alla vita eterna. Il leone è connesso anche a un simbolismo solare: come il sole che ogni sera muore all’orizzonte per poi rinascere più forte il mattino seguente, al termine di un misterioso tragitto oscuro notturno, anch’egli è in grado di trascinare gli uomini sotto terra e “farsi conduttore di anime verso l’aldilà, fino allo sbocco di un’altra vita” – G. de Chamepaux – S.Sterkx – I simboli del Medio Evo. Anche nelle tombe cristiane la presenza del leone alludeva alla resurrezione dell’anima: esso evocava la figura del Cristo che, divorando gli uomini, li custodiva simbolicamente nella tenebra della morte corporale sino al giorno del Giudizio, giorno nel quale avrebbe potuto liberare le loro anime per condurle alla vita eterna. Secondo alcuni padri della
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