DESIDERIO DI PATERNITÀ: TRA GIOIA E CONFLITTUALITÀ EMOTIVA
                                 di Enrico Caruso

     L’acquisizione della paternità rappresenta l’ultima tappa maschile nel risolvere problemi d’identità. La paternità nasce dall’accettazione della “triangolazione” e nello stesso tempo dovrà permettere la separazione del movimento simbiotico tra madre e figlio assumendo su di sé il sentimento della morte e dell’aggressività (Fornari 1984).
     La paternità trova le sue radici fin dall’infanzia all’interno della fase edipica, quando il bambino desidera essere il “preferito” della madre. La nascita del bambino comporta per il padre il rivivere le angosce infantili collegate ai primi oggetti d’amore ritrovando, secondo la propria storia passata, il padre dell’infanzia. Con la nascita del figlio, l’uomo-padre dovrà affrontare una “terza individuazione”, che comporterà una grossa crisi d’identità. Dinanzi alla minaccia del nuovo arrivato, egli si troverà ad affrontare un nuovo passaggio, fonte di angoscia e di regressione. Sottoposto ad una nuova crisi d’identità, potrebbe vivere sentimenti pregni di terrore, quali gelosia verso il figlio, ambivalenza verso i propri genitori, invidia nelle capacità generative femminili, identità sessuale vissuta con conflittualità.
     Una buona funzione paterna consiste nel tollerare l’esclusione dalla diade madre-bambino, assolvendo la funzione di riportare su di sé la “morte” e la parte aggressiva della moglie e del figlio: mentre la donna dovrà contenere il bambino, il padre sarà chiamato a contenere la moglie. Il padre, per vivere bene la paternità, dovrà essere capace di entrare in uno stato di “preoccupazione paterna primaria”, ossia dovrà esser in grado di curare attivamente la diade madre-bambino attraverso un comportamento protettivo che non sostituisca la funzione materna della moglie e che non sviluppi comportamenti intrusivi e manipolativi a discapito della consorte. Questo stato di “preoccupazione paterna primaria” è la risultanza del superamento di fantasie abbandoniche, di gelosia e di invidia verso la capacità procreativa della moglie.
     Il padre dovrà essere in grado di sentire i bisogni della moglie-madre e del bambino. Durante l’attesa del figlio, egli potrà vivere sentimenti di inadeguatezza rispetto a questo nuovo cambiamento, che porterà ad una trasformazione all’interno del vecchio assetto duale. Nel primo assetto (diade) la moglie-madre era tutta per il marito, in seguito, con la comparsa di un nuovo individuo, l’amore verso la donna dovrà essere diviso col nuovo arrivato. In virtù di queste novità, nel padre è probabile che si inneschi la riattivazione del

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