colpevole disattenzione ai reali problemi che travolgono il destinatario finale del servizio, ovvero il vilipeso utente. Eppure, a ben vedere, la storia di altre compagnie estere insegna che l’evento fallimento, agitato come uno spettro sotto il naso dell’opinione pubblica, rappresenta, per quanto traumatico, un evento possibile nel panorama di un sistema di trasporto come quello aereo, dove costi e gestione aziendale determinano sofferenze talvolta difficilmente sanabili. I casi della belga Sabena, della svizzera SuisseAir, dell’americana TWA e di altre compagnie decedute sotto l’incudine dell’insanabilità economica, sono esempi sintomatici di uno stato di crisi che ha aggredito ed oggi, più che mai, colpisce un settore particolarmente esposto ai rischi del mercato, alle oscillazioni dei costi del carburante e alle politiche generali di trasporto.
     L’Italia, però, viaggia spesso in controtendenza: la politica ha ormai tacitamente dimostrato che preferisce perpetuare un sistema di perdita costante favorendo i continui disservizi anche attraverso il ricorso a quello strumento, lo sciopero, che da fonte di tutela si è trasformato in arma di abuso e di lotta politica e che ha prodotto danni quasi esclusivamente all’utenza, ormai rassegnata a rivolgersi ad altri vettori.
     Un altro e non meno significativo aspetto che impedisce il perfezionamento di un piano di risanamento è l’impossibilità di voler affrontare la questione degli esuberi del personale. È un dato di fatto che Alitalia o la compagnia che ne prenderà nominalmente il posto dovrà essere rimodellata sulle nuove esigenze, sulla riprogrammazione della forza lavoro, delle rotte, del posizionamento degli aerei sugli aeroporti nazionali e sulla gestione delle risorse materiali e diverse migliaia di lavoratori saranno destinati, comunque, a prendere congedo dalla compagnia. Gli attuali scioperi, sostenuti strumentalmente e caoticamente dai fronti politici, sociali ed extraparlamentari (vedasi Grillo), non fanno altro che rendere più torbida una situazione che sembra essere sfuggita di mano all’Esecutivo, incapace di porre fine ad una contestazione generalizzata e dirompente che sta flagellando il delicato settore del trasporto nazionale.
     Notizia dell’ultimo momento confermerebbe che anche Air One, temendo ripercussioni di carattere contrattuale sul proprio personale, si stia pericolosamente allineando alle iniziative di sciopero per costringere parti sociali e governo a fornire adeguate garanzie al riguardo, confermando, anch’essa, che il virus di cui Alitalia è portatrice sana è fortemente contagioso.
     Nel frattempo, la questione Alitalia è approdata alla commissione

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