IL FUTURO DI BERGAMO È IN PORTA SUD
                                 di Cristiano Calori

     Bergamo conoscerà nei prossimi anni notevoli trasformazioni urbanistiche e architettoniche che stanno sollevando critiche, curiosità e molti dubbi nei media e nella gente comune. Sono stati presentati nell’ultimo mese i progetti che modificheranno sostanzialmente lo skyline e lo sviluppo della nostra città. Vediamo di comprendere quale futuro ci dobbiamo aspettare per la nostra città.
     Per ragioni ovvie dovute alla notevole densità abitativa e architettonica del nostro territorio, oltre alla collocazione pedecollinare di Bergamo, le nuove soluzioni privilegeranno costruzioni verticali piuttosto che orizzontali. In particolare i progetti principali di cui si è discusso negli ultimi tempi riguardano: Porta Sud, che si svilupperà nella zona adiacente la stazione ferroviaria verso le aree che da via Gavazzeni si estendono verso Sud, l’area della Sace, in via Baioni, vicino al campo militare dove verranno costruiti due grattacieli di 15 e 13 piani oltre ad un grande parco che si estenderà sotto Città Alta, la zona adiacente via Carnovali, che conduce allo svincolo autostradale, infine la zona della Trucca nelle vicinanze del nuovo Ospedale e del Villaggio degli Sposi. Un certo scetticismo aleggia in città ed è lo stesso che si percepisce leggendo sui giornali nazionali quando si parla delle importanti trasformazioni che coinvolgeranno Milano nella area Garibaldi-Repubblica dove sorgeranno grattacieli d’autore, città della moda e aree verdi.
     È chiaro che l’Italia intera ha per sua natura una forte componente conservatrice nel suo DNA che ha sicuramente delle buone ragioni, ma è evidente a tutti che le nuove esigenze che le città contemporanee, soprattutto del nord del paese, hanno non possono essere soddisfatte da una politica architettonica e urbanistica timida o conservatrice. Entrando nei progetti specifici, quello che appare il più ambizioso e rischioso è, a mio parere, Porta Sud, il quale intende ridisegnare completamente una parte della città prevedendo edifici di pubblico servizio, la nuova sede della Provincia di Bergamo, spazi a verde, un campus sportivo e scolastico, piazze, edifici residenziali e soprattutto una nuova viabilità. In particolare, la viabilità ed i collegamenti saranno il vero nodo da sciogliere di Bergamo che, dati alla mano, è una delle città più congestionate d’Italia, soprattutto nelle zone limitrofe al centro storico. Attendiamo che si completi l’anello della tangenziale Sud cittadina, che la cosiddetta metropolitana leggera diventi realtà e che la retorica anti-automobile si trasformi in progetti sostenibili e chiari per una mobilità privata più matura ed equilibrata e non in spot elettorali.
     In sostanza succederà anche a Bergamo quello che è già in atto nella maggior parte delle città europee e cioè che non ci sarà più un solo centro, ma più centri e le città tenderanno a svilupparsi in una sorta di grandi aree omogenee

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