festa della castagna, nel campo a sette, con una serata al Meazza’ forse nicchierei.”
Cosa si prova a suonare sotto le mura di Città di Alta?
“Per certe canzoni simbolo, come ad esempio ‘Massimo Carrera’, ti dà un senso di appagamento perché capisci che sei nel cuore della città e della provincia e che in quel momento stai facendo un qualcosa che è riservato ad un privilegiato. È un punto d’arrivo, è come giocare con la maglia del Rovetta ed un bel giorno abbassi lo sguardo e ti accorgi che indossi la maglia dell’Atalanta! È fantastico!”
Com’è il tuo rapporto con i fans?
“È un rapporto ‘molto’ particolare. I fans sono diventati una parte integrante dello spettacolo perché sono altrettanto coloriti e folkoristici quanto noi sul palco. Tanti organizzatori si meravigliano, a volte rimangono colpiti più che dal nostro spettacolo dalle coloratissime coreografie che si inventano i nostri fans. Abbiamo
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più di mille iscritti al fan club e queste persone fanno cose che, ancora oggi, faccio fatica a capirne il perché… Per esempio, oggi, per il concerto previsto a Bergamo, alle tre erano già lì, sotto l’acquazzone ad aspettare l’inizio… Posso capirlo se vai a vedere il Vasco che si |
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esibisce al Meazza, lo vedi magari una volta sola nella vita e quindi… ma questi scatenati, magari fra due giorni mi rivedono… e saranno di nuovo lì, irremovibili nonostante tutto.”
Secondo te, perché?
“Bisognerebbe chiederlo a loro! Loro ci dicono che diamo loro vita, un vero e proprio toccasana contro lo stress, contro la noia, vengono al nostro concerto e stanno bene. Quando io domando loro perché sono ancora lì, per la settantesima volta, ad ascoltare ancora le mie canzoni, pur belle ma sempre quelle, mi guardano come se fossi un marziano, mi dicono ‘tu proprio non capisci…’”
Qual è il miglior complimento che hai ricevuto e la critica peggiore, quella che ti ha dato più fastidio?
“Ho ricevuto tanti complimenti e mi imbarazzano sempre. Ti dico il primo che
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