- Mutuo a due tipi di tasso, il cui capitale maturato viene diviso in due quote, una a tasso fisso e l’altra a tasso variabile.
     Una volta focalizzata la scelta del tasso dobbiamo confrontare fra i diversi istituti quello che richiede un spread più basso, in quanto incide a livello di calcolo degli interessi dovuti alla banca. Lo spread, mediamente, oscilla da uno 0,5% ad un 3%, da aggiungersi al tasso di riferimento Euribor. Non fermiamoci però solo a questo. Infatti, sul costo complessivo incidono notevolmente altre variabili fra le quali:
- le spese di istruttoria, che variano sensibilmente da banca a banca e servono per compiere le formalità inerenti l’erogazione;
- le spese di perizia, finalizzate ad accertare il valore dell’immobile;
- l’imposta sostitutiva fissa pari allo 0,25% se prima casa e 2% negli altri casi;
- le spese di riscossione della rata;
- le spese di assicurazione, incendio e scoppio obbligatorie e protezione mutui facoltative;
- il costo dell’intermediazione, se presente;
- la parcella notarile (non dovuta alla banca);
- ogni altra spese prevista contrattualmente.
     Per quanto riguarda il costo delle assicurazioni, chi contrae un mutuo è portato ad acquistarle entrambe. Le polizze protezione mutui, generalmente facoltative, mirano a tutelare il mutuatario in caso di avvenimenti estremi quale morte, impossibilità a far fronte al pagamento; mentre incendio e scoppio tutelano il soggetto in caso di eventi collegati a danni all’abitazione. L’assicurazione, in questo caso, rimborsa alla banca un importo pari al costo di ricostruzione dell’immobile. La polizza a protezione dell’immobile e l’eventuale polizza vita incidono notevolmente sul costo del mutuo. È consigliabile pertanto prestare la massima attenzione anche nella scelta della compagnia assicurativa.
     Per quanto riguarda invece le agevolazioni fiscali, l’unico vantaggio accessibile è la detrazione d’imposta dall’Irpef del 19% sugli interessi passivi pagati, per l’acquisto della prima casa, nel limite massimo di € 3.615,00, ovvero, l’importo massimo recuperabile è pari a € 686,00 annui, anche se gli interessi del prestito pagati superano la soglia di cui sopra. Se si tratta di ristrutturazione, invece, il tetto massimo scende a € 2.582.
     Non ci resta che scegliere il nostro immobile e la banca a noi più conveniente.
     Per eventuali chiarimenti ed approfondimenti potete scrivere alla redazione oppure contattarmi direttamente tramite la mia e-mail:      gabbiadini@tim.it

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