operai e scalpellini, il centro per quelli che governano, regnano e combattono, cioè i re e i cavalieri, la parte alta per coloro che pregano e devono essere il più possibile vicino a Dio, i monaci.
Il momento più emozionante ci aspetta quando arriviamo all’abbazia vera e propria, il cuore di Le-Mont-Saint-Michel: sul sagrato della chiesa, ad 80 metri di altezza, lo spettacolo è da batticuore… Nel 966 Riccardo I, nonno di Guglielmo il Conquistatore, scacciò i prelati dissoluti che abitavano l’abbazia e li rimpiazzò con i monaci benedettini di Rouen. Costoro vollero costruire un’opera degna di Dio, ampliando la chiesa esistente, ma purtroppo la rupe non costituiva un basamento sufficiente; fu così deciso di innalzare, in direzione dei quattro punti cardinali, altrettanti edifici a forma di cappelle, che rappresenteranno poi le
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future fondamenta dell’attuale complesso. Oggi possiamo ammirare a est la Cripta dei Grandi Pilastri, a sud la cappella di Saint-Martin, a nord la cripta di Notre-Dame-de-trente-cierges e, a ovest, quella di Notre- |
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Dame-sous-terre. Infine, se alziamo lo sguardo al cielo nelle giornate di sole, l’Arcangelo Michele, statua bronzea alta due metri e settanta e ricoperta di oro zecchino, ci colpisce con la sua fulgidità.
Come tutte le abbazie, anche quella di Le-Mont-Saint-Michel si arricchì nel tempo ed estese il proprio potere, grazie alle donazioni del duca di Normandia e di altri nobili ansiosi di mondare con il denaro i peccati dell’anima, tanto è che già 1.000 anni fa il monte era diventato la quarta meta di pellegrinaggio in Occidente, dopo Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela.
Allontanandoci, seppur a malincuore, dal monte, con gli occhi ancora sgranati dallo stupore, la testa già trabocca di ricordi… Non ci resta che mormorare sommessi un “arrivederci” a questa meraviglia che , come scrisse Alphonse Allas, “per grazia di un fiume, il Couesnon, si trova proprio in quel paese dove fa bello più volte al giorno: la Normandia”. |
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