aspetti fisico, istintuale, psichico, affettivo, sentimentale, intellettuale, in un ininterrotto legarsi e respingersi di azioni consapevoli e di azioni suggerite da moti inconsci... lei si interrogava, indagava, cercava di scoprire sempre qualcosa di più di sé e degli altri, per giungere alla consapevolezza, miraggio sempre eluso, meta irraggiungibile.
     Un lungo viaggio, fuori e dentro di lei, accompagnato da una continua ricerca estetica, stilistica, lessicale e ritmica... in questa forma le sue emozioni si snodavano libere, purificate, non cristallizzate in una costrizione, ma ancora vive e lei pensava di non avere scritto invano quando qualcuno, leggendola, avvertiva che gli si erano trasmesse, e glielo diceva. Potevano essere semplici parole di chi si era sentito toccato il cuore o giudizi articolati di persone competenti nel campo letterario, come lo scrittore Giandomenico Mazzocato, che le aveva scritto una entusiastica recensione, o l’apprezzamento di un grande artista, come il pittore Sergio Dangelo, che l’aveva voluta conoscere, o il giudizio del critico Carlo Franza, positivo al punto che l’aveva proposta alla giuria del prestigioso Premio delle Arti Premio della Cultura, da lui presieduto. Un premio internazionale istituito vent’anni fa da Indro Montanelli, al fine di attribuire un riconoscimento a persone che si fossero distinte per merito nei loro rispettivi campi, in ambito artistico e culturale. E le era stato assegnato! Questa cosa che le era successa era così grande che lei non l’avrebbe mai immaginata nei suoi sogni più rosei: poteva tutt’al più pensare di vincere uno dei tanti concorsi di poesia che ogni anno erano indetti in ogni dove d’Italia. Ma era accaduto e lei ora è qui, in attesa.
     Ecco: hanno pronunciato il suo nome: Loredana Becherini. Si alza, si avvicina al tavolo. Si sente percorsa da un brivido, poi una grande calma subentra in lei. Si sente sdoppiata. Dentro, nel profondo, una sconvolgente emozione. L’altra parte di lei si guarda dall’esterno e sente il Presidente della giuria pronunciare le frasi di motivazione del Premio. Poi vede sé stessa stringergli la mano, sorridere e ringraziare, ritirare la targa dorata che reca il suo nome, tornare a sedersi.
     Tutto è accaduto come in un sogno, in cui i fatti si svolgono in un turbine emotivo e la coscienza è addormentata. Ed è quasi in una dimensione allucinatoria che riceve i complimenti, le strette di mano, gli abbracci e che rilascia un’intervista ad una giornalista de L’Eco di Bergamo, alla quale va il merito di essere riuscita a cavare un senso dalle sue frasi slegate per scrivere l’articolo che la riguarda.
     È il 18 settembre 2008, un giorno speciale per lei.

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Bergamo, Loredana, Becherini, Poesia, Premio delle Arti, Premio della Cultura, Milano, Circolo della Stampa, Palazzo Serbelloni, Carlo Franza