Sabato, Presidente Assomoda, Gianmarco Gabriele, neo Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Sistema Moda Italia e Diego Dalla Palma, esperto di immagine e scrittore, ognuno con le proprie opinioni sulla moda italiana. Arte e moda, due mondi apparentemente diversi, in realtà magicamente legati fra loro dal filo estetico del “bello”. Un evento nell’evento, quindi, un momento pensato per far risaltare la moda italiana, la sua eleganza, il suo stile, in una stupenda cornice qual è il Festival del Cinema d’Arte. A conclusione, è stato proiettato il film “Prêt a Porter” di Robert Altaman, un trama coinvolgente ambientata nel mondo della moda nel quale lo slogan che più ossessivamente si sente ripetere è “show must go on”. A qualsiasi costo, a qualsiasi prezzo.
     Sabato 26 luglio il Festival ha presentato la sua serata conclusiva, durante la quale è stato assegnato il premio “Le Mura d’Oro”, preziosa opera dell’artista Antonio Rando. Quest’anno la giuria, oltre a premiare i primi tre vincitori per le rispettive sezioni Sottoventi e Cinema d’Arte, ha deciso di consegnare anche un Premio Speciale per ognuna delle due sezioni. Per il concorso Sottoventi, dedicato ad opere libere con durata massima di venti minuti, il Premio Speciale della giuria è stato assegnato a “Un hombre tranquilo” di Nieto Jimenez. Terzo classificato “Gehring kommt” – Here comes Gehring!” di Marco Shippert, storia dal sapore amarognolo di un uomo le cui decisioni non ponderate lo portano inesorabilmente verso l’autodistruzione; secondo classificato, “Het zusje – my sister” di Marco Van Geffen, film che esprime il disagio e la sofferenza di una bimba costretta ad assistere ai turbamenti di una famiglia disagiata. Primo premio, invece, a “Student spoj – Cold Joint” di Miroslav Remo, tragica storia di una undicenne costretta a vivere in estrema miseria.
     Per il concorso Cinema d’Arte, aperto ai film che hanno come protagonisti temi ed immagini tratte dal mondo dell’arte, il Premio Speciale della giuria è stato assegnato a “Tataboom” di Andrea Gambadoro, caleidoscopio di colori e luci sprigionati dal movimento di una danzatrice. Terzo classificato, la pellicola “A parte” di Vicenzo Fattorusso, secondo posto per “Mille e una Monica” di Daniela Piccioni e Sandro Lai mentre il primo premio è stato consegnato al film “Labyrinth” di Elisabetta Müller, la passione di Cristo rappresentata dal pittore tedesco Mathias Grunewald, vissuto fra il ‘4oo e il ‘5oo, attraverso l’uso ossessivo del colore e di luci abbaglianti.
     A conclusione, dopo la proiezione del film documentario che ha riassunto in sé tutte le serate del festival, gli spettatori e gli ospiti sono stati deliziati da un momento musicale ad opera della JW Orchesta, diretta dal maestro Marco Gotti, che sulle note di famose colonne sonore ha calato il sipario su questa luccicante kermesse d’Arte incastonata in quella perla di Arte architettonica che sono le Mura di Città Alta a Bergamo.

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