(Vi) mostrate paladini della laicità e delle classi povere, quelle che in un anno di lavoro guadagnano quanto voi in un mese e che, a sentir voi, risulterebbero impoverite non dai vostri privilegi, ma da quelli della Chiesa cattolica. (…) Perché non promuove un’ulteriore breccia di Porta Pia così da incamerare nuovamente tutti i beni della Chiesa, requisendo oratori, scuole, campi estivi, case alpine che la stanno rendendo così ricca? Quando avrà conquistato questi beni per fare equivalenti servizi, sicuramente pagherà l’Ici e stipendi adeguati ai suoi dipendenti. A lei, d’altra parte, con i suoi 28.000 euro mensili, dovrebbe risultare un tantino più semplice che a me con i miei  1.009 mensili. Ma forse in quel caso l’Ici non sarà più una tassa dovuta, perché il servizio assumerà finalmente la sua propria rilevanza sociale e sarà giusto che non venga tassato. (…) Sapendo che per ora questo è un privilegio che mi resta accollato, da cittadino italiano che deve mandare avanti un’azienda con dipendenti regolarmente assunti e che percepisce uno stipendio mensile di 1.009 euro, vorrei almeno essere esentato da un altro “privilegio”: quello di dovermi privare di due anni di stipendio per pagarle una sola mensilità per sentirmi offeso poi dalle sue dichiarazioni. (…)”
     Forse, quando si esprimono giudizi, bisognerebbe pesare maggiormente alle parole che si dicono, guardarsi allo specchio, riflettere su una omelia del nostro don Davide di turno imperniata su uno dei peggiori mali della nostra società: “tutto ci è dovuto, siamo onnipotenti, non abbiamo bisogno di nessuno e pensiamo di essere creditori verso tutti… e per avere soldi siamo disposti a tutto, perdendo i valori che hanno fatto grandi le nostre famiglie di onesti lavoratori e di genitori che sapevano dare buoni esempi ai figli”. Di conseguenza non sappiamo dire grazie…
     Il popolo, per citare Guicciardini, è una mala bestia, che si muove dove tira il vento, che osanna Gesù la domenica e ne chiede la crocefissione il venerdì successivo, che raramente riflette prima di farsi trascinare, ma che ha sempre una grande speranza: che le cose possano cambiare. Così scende in piazza per il “V-day”, appoggia la manifestazione di un gruppo di ministri contro le decisioni del governo di cui fanno parte, corre a votare per un “nuovo” partito di camaleonti (quante volte hanno cambiato nome negli ultimi anni, ma non le facce), che vota come i capi sindacali gli “suggeriscono”, in pratica accetta tutto.
     Povera società umana… non siamo molto diversi dal popolo ignorante di Gerusalemme che aveva visto in Gesù il re giusto, che moltiplicava i pani e i pesci, che lo avrebbe fatto vivere senza lavorare, che poteva fare miracoli, che poteva quindi renderlo felice… e non si rendeva conto che la vera felicità sta nei valori fondamentali dell’uomo: l’amore, la giustizia, la tolleranza, la riconoscenza e… l’accontentarsi di quello che si ha, come sanno i nostri vecchi che nella loro povertà sapevano cogliere il lato migliore della vita.

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