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     La trama sarebbe abbastanza originale, se non fosse che prende come spunto la ricerca genetica applicata alla criminalità, tema abbastanza abusato dal momento in cui Follett pubblicò, decisamente in anticipo sui tempi, "Il terzo gemello". Resta comunque, anche in quest'ambito, un senso di non-finito: la conclusione arriva assolutamente in anticipo, non sembra quasi che ci sia stata una vera e propria risoluzione dei nodi della trama, tanto essa è vaga e incompleta. Il fatto stesso che il libro sia un misero volumetto di 200 pagine dovrebbe far scattare un piccolo allarme in chi è avvezzo a seguire le peripezie letterarie della Cornwell, autrice generalmente molto più produttiva e con il gusto dei particolari.
     Lo stile di scrittura è quello di sempre, molti dialoghi alternati con regolarità a descrizioni e a momenti introspettivi. Carina la scelta di cambiare "Io narrante" ad ogni paragrafo, per cui il lettore si identificherà di volta in volta con il punto di vista dei diversi personaggi. Questo escamotage stilistico non salva però il libro da una complessiva pochezza, che dà costantemente al lettore l'impressione di una bozza frettolosamente data alle stampe, forse per adempiere a qualche contratto. La qualità ne ha risentito, il nuovo personaggio non convince: spero vivamente che la Cornwell lasci cadere nel dimenticatoio il detective Garano e che si dedichi a nuovi capitoli delle vicende di Kay Scarpetta.
     Per la cronaca, il romanzo appena precedente a "A rischio" è "Il predatore", la cui protagonista è la nostra anatomopatologa preferita: a dispetto della breve distanza di pubblicazione tra i due, "Il predatore" si mostra molto più compiuto e coinvolgente del primo, mostrando un intreccio pressoché perfetto e ben maneggiato, con un'inedita vena dark nello stile, più crudo rispetto ai romanzi precedenti. Ma questa è un'altra storia: la differenza abissale tra i due libri non può che rafforzare l'impressione di approssimazione che si ha leggendo "A rischio".
     Decisamente non consigliabile a chi cerca un buon thriller: non basta la firma famosa in copertina a rendere buono un romanzo.
                                                                               Silvia Ferrari

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Recensione, A rischio, Patricia, Cornwell, Winston, Garano, Monique, Lamont, National Forensic Academy