UNO STARNUTO NON FA PRIMAVERA
                                         di Cristina Mascheroni

     Forse penserete che siamo impazziti. Messer autunno bussa insistente alle porte, in questi giorni a braccetto di compare Inverno, e noi parliamo di… effetti primaverili?!?!? Tranquilli, non ci siamo catapultati in avanti nel calendario, ma questo mese vogliamo chiacchierare un po’ sull’origine di quel “eeetciù…” che tanto spopola in questi giorni piovosi: lo starnuto.
     Partiamo dell’etimologia della parola. Sfogliando l’enciclopedia, leggiamo che lo starnuto è una violenta emissione di aria dai polmoni: solitamente correlata ad uno stato di infiammazione virale, sintomo tipico del raffreddore, è il meccanismo naturale attraverso il quale l’organismo espelle gli agenti patogeni dalle prime vie aeree. Una curiosità che pochi sanno, starnutire non è una prerogativa degli esseri umani, ma è comune a moltissimi mammiferi, fra i quali i nostri animali domestici preferiti, il cane ed il gatto.
     Come si origina lo starnuto? I sensori nervosi presenti all’interno della cavità nasale segnalano la presenza di particelle estranee all’interno della cavità stessa; automaticamente, il naso emette muco, i muscoli respiratori comprimono fortemente il torace e quelli che controllano le vie respiratorie le fanno chiudere. Si crea così una pressione all’interno dei polmoni e quando la stessa diventa eccessiva, le vie respiratorie si riaprono all’improvviso per liberare le particelle compresse, generando lo starnuto.
     Perché starnutendo chiudiamo gli occhi? Gli studiosi sostengono che probabilmente è un meccanismo messo in atto dal nostro corpo per proteggerli. L’espulsione delle particelle può raggiungere una velocità di 160 km/h e la relativa pressione potrebbe causare un danno ai dotti lacrimali. Lo stimolo dello starnuto porta i nostri polmoni ad inalare circa 2,5 litri di aria creando nei polmoni una pressione di circa 100 mm/hg. L’ugola e il palato si abbassano, dirigendo l’aria verso il naso ed in piccolissima parte anche verso la bocca. La velocità di questo movimento e la depressione che si viene a creare determinano la velocità dello starnuto.
     In primavera lo starnuto la fa da padrone per colpa degli acari, dei pollini, delle piante o degli alimenti. Le farmacie si riempiono di antistaminici, cortisonici, broncodilatatori, alcuni in vendita anche come prodotti da banco, acquistabili senza ricetta medica, e la gente si sfinisce con una interminabile sequela di spray, colliri e compresse, intossicandosi con tutti gli effetti collaterali possibili ed immaginabili, dati dal mix di sostanze assunte.

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