QUANDO L'ARTE SI FA DA PARTE E DIVENTA PURA BARBARIE
                                 di Silvia Luzzini

     Mi sono giunte due e-mail. Malgrado sia ormai abbastanza avvezza allo scempio che viene fatto di tanti animali, la prima mi ha lasciata letteralmente basita, tanto da andare a verificare la veridicità del fatto, prima di decidermi a scrivere questo pezzo... sono senza parole... la notizia è vera!
     Tal Guillermo Habacuc Vargas, che agli occhi del mondo si qualifica e spaccia per “artista”, ha organizzato una mostra esponendo la sua creazione: un cane VIVO, legato ad una corda, destinato a perire di fame. Titolo dell’opera: le sofferenze dell’umanità o qualcosa del genere. E fin qui, nulla di strano poiché, scusate, ma il mondo pullula di “coglioni”. Ciò che mi ha lasciata veramente esterrefatta, a prescindere dal museo che gli ha permesso una tale infamia, sono stati i visitatori. Branchi di idioti azzimati e spocchiosi che si atteggiavano ad intenditori d’arte e che hanno assistito impassibili all’agonia e, mi risulta, alla morte di un essere vivente, senza batter ciglio, senza un brivido di orrore, anzi, pieni di interesse per questa innovativa forma d’arte che potremmo definire, vediamo, la trasformazione di una natura viva in natura morta? Non è finita!!!
     L'idea geniale, brillante e rivoluzionaria è stata addirittura premiata con un invito, rivolto all'artista in questione, a partecipare alla Biennale Centroamericana del 2008 come rappresentante del suo Paese. Vi prego, se come me provate un senso di sbigottito disgusto, se veramente vogliamo meritarci l’appellativo di “esseri civili”, dedicate cinque minuti del vostro tempo a firmare la petizione on-line per far sì che almeno questa bestia umana non partecipi ad un evento internazionale, dove una barbarie verrebbe qualificata con l’epiteto di opera d’arte, invogliandolo magari a ripeterla!
     Il sito ove collegarsi è: www.petitiononline.com


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