GOVERNO CITTADINO E TURISMO
                                 di Pierluigi Piromalli

     L’operato delle amministrazioni comunali, che si sono nel tempo succedute alla guida della città, è stato caratterizzato da una scala gerarchica di obiettivi, ritenuti, a ragione o a torto, prioritari per l’interesse collettivo. Non sempre tali obiettivi si sono accompagnati ai risultati sperati, confermando quel principio ormai consolidato secondo il quale i proclami e i buoni intendimenti annunciati nelle febbrili campagne elettorali spesso vengono sacrificati in nome di una logica che sfugge all’elettore, ma che deve accontentare maggioranza ed opposizione. Capita, così, che anche le attive amministrazioni di città economicamente forti, come Bergamo, possano peccare di scarsa efficienza.
     Tuttavia, chi scrive, non è pervaso dal sacro furore dell’enfasi che spinge a magnificare ed esaltare gli aspetti che qualificano positivamente la città, anche perché si rischierebbe di perdere di vista le anomalie, in parte fisiologiche, figlie dei macchinosi iter amministrativi e decisionali. Se, quindi, Bergamo da una parte è stata instradata, grazie anche agli interessi generati dal motore produttivo imprenditoriale, verso inevitabili e necessari progetti di riqualificazione territoriale, ambientale e strutturale, dall’altra non può considerarsi esente da critiche, si spera costruttive, il cui scopo è quello di sottoporre all’attenzione dei lettori aspetti non sempre compatibili con l’attivismo delle amministrazioni locali.
     L’imprenditoria, per ovvi motivi, ha sicuramente favorito una dialettica di confronto e di sviluppo di programmi che è stata fortunatamente recepita dall’amministrazione, la quale, pur muovendosi nella contorta giungla di proposte, pareri regionali, valutazioni di commissioni tecniche ed ambientali, emendamenti, vincoli,  ricorsi e quanto altro, ha dato prova di operare compatibilmente con le necessità del territorio. Bergamo e provincia vivono una fase di riammodernamento delle infrastrutture e le istituzioni locali si stanno prodigando per individuare nuovi siti per programmazioni economiche future e per migliorare viabilità e servizi collettivi fruibili dalla comunità e certamente apprezzabili anche dai non residenti e turisti. Proprio questi ultimi costituiscono, però, una potenziale fonte di reddito non adeguatamente sostenuta dall’amministrazione e colpevolmente ignorata anche dagli esercenti locali.
     Non si vogliono certo muovere scomodi ed improponibili paragoni con città d’arte che dal turismo traggono risorse e, nel tempo, hanno adattato attività e

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