IL PICCIO, UN PITTORE ROMANTICO DELL'EUROPA DELL'OTTOCENTO
                                                      di Cristiano Calori

     Il 18 Dicembre è stata presentata a Milano, alla Galleria d'Arte Moderna Salone delle Colonne in via Palestro, la mostra "Il Piccio - Un pittore romantico nell'Europa dell'Ottocento" e che si terrà a Cremona presso il Museo Civico Ala Ponzone dal 24 Febbraio al 10 Giugno 2007. La mostra, partita da una iniziativa del direttore dell'Accademia Carrara di Bergamo Giovanni Valagussa e da quello

del Museo Civico di Cremona Ala Ponzone Mario Marubbi, doveva essere svolta nelle due città di Bergamo, dove Giovanni Carnovali detto il Piccio (Montegrino Valtavaglia 1804 - Cremona 1873) frequentò l'Accademia Carrara e visse per tutta la sua vita, e Cremona dove morì ed ebbe numerosi protettori e mecenati. Purtroppo, ignoti e inconcepibili problemi politico-burocratici hanno fatto in modo che la mostra si svolga solo nella sede di Cremona, da qualche anno realtà
dinamica e attenta nell'organizzazione di eventi d'arte.
     La nostra città ha perso così la possibilità di farsi carico di un evento dall'alto profilo culturale e di esporre il Piccio in confronto con i suoi contemporanei, partendo da Hayez e Trecourt per arrivare agli scapigliati milanesi Ranzoni, Tranquillo Cremona e Faruffini, mentre a Cremona, secondo i progetti, si sarebbero dovuti esporre le opere del solo Piccio. Personalmente già ritenevo riduttivo per Bergamo occuparsi solo di metà della mostra, ora che il progetto è svanito del tutto non mi resta che rammaricarmi per l'occasione persa e congratularmi con la dinamica città delle tre T "Torun, Toraz e.." l'ultima non si può scrivere, che si farà carico di ospitare la mostra.
     Il Piccio incompreso dai suoi contemporanei è da un secolo artista sospeso tra il giudizio di genio assoluto e romantico di caratura europea paragonabile a Turner e Corot, anticipatore della pittura impressionista e della scapigliatura lombarda e ottimo epigono della pittura settecentesca italiana che guardava con attenzione alla pittura antica con personali e intuitive aperture moderniste. La sua vita piena di aneddoti e leggende, come il viaggio a piedi che compì a Parigi con l'amico Giacomo Trecourt nel 1845, non può che riportarlo nell'alveo dei grandi del suo tempo ed è stato, a mio parere, penalizzato e limitato da una Italia un po' provinciale e periferica rispetto ai dibattiti culturali del suo tempo, stiamo parlando degli anni che vanno dal 1840 al 1873.
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