LUCIANO LATTANZI - Antologia, opere dal 1957 al 2003
                                                      Elleni Galleria d'Arte - Comunicato stampa

     La galleria presenterà una ampia retrospettiva dei lavori del maestro dell’arte semantica Luciano Lattanzi, la mostra sarà composta da opere che copriranno tutto l’iter artistico del maestro toscano. Opere del periodo semantico 1957-1964, opere del periodo ornamentale 1965-1985 e opere dello schematismo 1986-2000.
Luciano Lattanzi nasce a Carrara nel 1925.
     Nel 1947 si laurea in lingua e letteratura inglese all’Istituto Orientale di Napoli.
In seguito attraversa un prolifico ed intenso periodo di creatività poetica e narrativa, che vide la pubblicazione di una serie di suoi libri (1949-1956). Nel 1956 va all’Università del Minnesota negli USA con una borsa di studio, e lì incontra la sua futura moglie.
     Nel 1957 pubblica a Londra il Manifesto della Pittura Semantica (introduzione di R.K.Elliot), ed espone presso la New Vision Gallery a Londra. Lattanzi è pertanto da considerarsi il teorico e l’ideatore della pittura Semantica, che si distingue dall’Espressionismo Astratto di Pollock e di altri artisti di quel periodo. La Pittura Semantica esplora i segni ed i gesti pittorici istintivi e meccanici che prescindono da ogni condizionamento. Le sue conoscenze musicali (per 10 anni si era dedicato allo studio del violino) gli avevano dato certezze circa la coesistenza fra il rigore della ragione e la libertà istintiva del gesto.
     Nel 1959 ritorna A Minneapolis e viene a conoscenza degli studi della studiosa Californiana Rhoda Kellogg, la quale aveva studiato per oltre 15 anni gli scarabocchi e i disegni di bambini di tutto il mondo. Le sue osservazioni e conclusioni consolidarono in Lattanzi la certezza di un alfabeto basato su gesti innati. Infatti i disegni di base di ogni bambino dai 2 ai 4 anni, quindi non ancora condizionati da nessuna forma di cultura o sistema, sono gli stessi in ogni parte del mondo.Nel 1961 conosce Werner Schreib , pittore tedesco che condivide le sue stesse ricerche e con il quale stabilirà un lungo sodalizio artistico che si interromperà con la morte prematura di quest’ultimo nel 1969.
Nel 1964 è invitato alla XXXII Biennale di Venezia.
     Tra il 1965 e il 1968 lo stile di Lattanzi evolve gradualmente in una pittura ornamentale in linea con la “Neue Ornamentik” di Klaus Hoffman. Cercò di esplorare la bellezza della linea, fine a se stessa, e un puro piacere percettivo. Tutto ciò viene letto dalla critica del tempo come un arte disimpegnata politicamente in antitesi con tutto ciò che stava avvenendo in Italia e in Europa, in dissonanza con lo spirito del tempo che voleva l’artista marxista.

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