FOTO DA GALERA: le immagini di Davide Ferrario a porta Sant'Agostino
                                                      di Cristiano Calori

     Dall’8 Marzo al 9 Aprile nello spazio suggestivo di Porta Sant’Agostino è stato possibile vedere la bella mostra Foto da galera. Immagini carpite dai muri del carcere di San Vittore da Davide Ferrario, regista bergamasco (cremonese di nascita e torinese per scelte di vita) tra i più brillanti e innovativi di quella generazione di registi italiani che si sono affermati negli anni novanta: “Figli di Annibale”, “Tutti giù per terra” per citare due titoli della sua filmografia.
     Le immagini, riprese nell’estate del 2002 dai muri del carcere milanese, rimandano a storie personali, sgangherate, allucinate, lucide e disperate. Graffiti di inconsapevoli Keith Haring, poster strappati che fanno pensare ai decollagè di Mimmo Rotella, immagini sacre e profane, calendari di vallette e Madonne oranti convivono sulle stesse pareti, Paola e Chiara e la Dama con l’ermellino di Leonardo pure, filastrocche inneggianti all’LSD, immagini sbiadite

di squadre di calcio ormai sepolte nei flash back di Novantesimo minuto attuali e sospese nel tempo su superfici piene di incrostazioni, memoria e disperazione. La cella diviene luogo dove ricostruire un nuovo spazio e ritrovare punti di riferimento ed identità.
     Ferrario si conferma eccellente ed acuto osservatore

delle miserie umane e lo fa in modo distaccato, acritico, senza retorica, con una punta di umana comprensione per quella fauna umana alla deriva nella società. Il suggestivo e claustrofobico allestimento della mostra consisteva in due scatole di legno chiuse e contrapposte con all’interno montate le fotografie, feritoie e spioncini esterni che permettevano al visitatore di diventare da osservatore ad osservato e percepire almeno in parte cosa significhi rimanere chiusi in gabbia.
     Al di là dei contenuti di queste immagini che si possono percepire singolarmente in differenti modi perdura il fatto che la fotografia rimane un mezzo espressivo estremamente attuale, forte ed efficace, che permette una comunicazione senza mediazioni o inganni tra artista e spettatore; Ferrario grande inventore di immagini ed etnologo, per l’occasione lascia la macchina da presa e dimostra una volta ancora che l’essere artista prescinde dalla tecnica che si utilizza per esprimerlo e ci regala immagini silenziose che ci disturbano, ci interrogano.                                           cristiano.calori@fastwebnet.it
 
 
 
 
 
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