IL RESTAURO DELL'ACCADEMIA CARRARA (E ALTRI PENSIERI SULL'ARTE)
                                                      di Cristiano Calori

     Venerdì 20 Aprile è stato presentato dagli architetti Aimaro Oreglia d’Isola e Luca Moretto, alla sala conferenze dell’Università degli studi di Bergamo, presso il complesso di Sant’Agostino, il progetto di adeguamento e restauro dell’Accademia Carrara. I lavori dovrebbero partire alla fine del 2007 e chiudersi con l’inaugurazione dei rinnovati spazi espositivi all’inizio del 2009.
     Verranno stanziati 5 milioni di euro, i vecchi 10 miliardi, e il restauro riguarderà tutto il complesso dell’Accademia mentre l’intervento più significativo riguarderà l’ala sinistra del complesso, detta “Campana”, dal nome della locanda acquisita nel 1775 da Ferdinando Carrara per collocarvi l’Accademia: gli spazi verranno adeguati per diventare un nuovo spazio espositivo su due piani mentre le attuali sale espositive verranno interessate da un intervento più leggero che contempleranno la messa a norma degli impianti e dell’illuminazione la quale prevederà l’integrazione della luce naturale oltre a quella artificiale. L’edificio verrà dotato di una nuova vetrata, aperta sul parco e su Città Alta, e la riapertura di una vecchia finestra sul fronte Est del corpo centrale con aggiunta di un cubo di vetro esterno proteso verso il giardino interno. L’intervento architettonico sarà integrato dalla costante consulenza di un comitato scientifico che si occuperà di studiare nuovi percorsi filologici e tematici.
     Dopo anni di parole finalmente si metterà mano al nostro gioiello cittadino, troppe volte bistrattato, e la pinacoteca verrà adeguata agli standard dei servizi di un museo contemporaneo, così come auspicavamo in altre occasioni dalle pagine di Infobergamo.it. Mai come negli ultimi anni in tutto il mondo occidentale si è compreso come il sistema museale e l’arte siano fondamentali per la crescita socio-culturale di una città e di una società. Vi è stato senz’altro in Italia, di riflesso anche a Bergamo, un avvicinamento tra le persone comuni e i luoghi dove si espone arte: pensiamo al successo di pubblico di molte mostre pubbliche. Se da un lato questo aspetto è positivo in quanto ha accorciato le distanze tra opera d’arte e spettatore, ancora manca quella cultura che appartiene ad altre realtà occidentali nelle quali il museo è visto come spazio collettivo dove incontrarsi, studiare, prendere un caffè.
     La ristrutturazione della Carrara spero sia un incentivo per tutti i bergamaschi a sentire propri e appartenenti alla propria identità culturale le opere d’arte che vi sono conservate, soprattutto in un epoca come la nostra nella quale pare che la memoria collettiva debba essere sostituita per forza di cose da un certo relativismo culturale che azzera ogni identità culturale e si limita a criticare, superficialmente, la società contemporanea. Per quanto banale possa sembrare il concetto non si può non comprendere che l’arte e la cultura sono l’unica risorsa “originale” che nessun Paese ci potrà mai copiare, sono il nostro petrolio, la nostra primaria risorsa, il nostro valore aggiunto; tutti dovrebbero venire in Italia,  perché no, anche a Bergamo, ad ammirare la nostra arte, la nostra cultura, la nostra storia, la nostra creatività. Per agevolare questo processo, tuttavia, bisogna attrezzarsi con musei moderni ed efficienti.
                                                                 cristiano.calori@fastwebnet.it

 
 
 
 
 
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