Le previsioni non sono incoraggianti; la più evidente è lo scioglimento dei ghiacciai, con conseguente innalzamento dei livelli dei mari ed inondazioni di città. Il film mostra cosa succederà a San Francisco, a Shangai, in Olanda e nella nostra Venezia: Piazza San Marco completamente allagata è un'immagine sconvolgente. Se ciò accadesse, moltissime famiglie si troverebbero senza casa e tutti i tesori artistici di questa ed altre città andrebbero persi.
     Il riscaldamento delle acque cambierà anche l'ecosistema dei mari: nel vicino Mediterraneo compariranno specie che ora vivono nei paesi caldi e la vita dei pesci attuali sarà a rischio, senza parlare delle alghe, le quali aumenteranno in modo esponenziale. Anche gli animali "di terra" subiranno delle conseguenze, poiché il loro ritmo biologico sarà sfasato e diranno addio al letargo. È facile immaginare quali possono essere i danni per l'agricoltura, con cicli naturali stravolti ed interi campi secchi. Piante e fiori non riusciranno a vivere nei loro luoghi naturali, poiché le temperature alte li trasformeranno: "si trasferiranno" al nord, ma nei casi più gravi non è da escludere la scomparsa di alcune specie.
     La desertificazione è il fenomeno più sconvolgente prospettato dal film: i deserti già esistenti, come il Sahara, si estenderanno, ma anche aree ora miti, come la stessa Italia, si trasformeranno in zone aride e prive d'acqua. Questa si appresta a diventare il tesoro più prezioso, forse alcuni Paesi cadranno in una vera e propria emergenza d'acqua potabile. Non sono da sottovalutare, infine, le conseguenze umane del problema: il caldo sarà quasi una costante e molte persone migreranno dal loro Paese in cerca di condizioni ambientali migliori.
     "Una scomoda verità" è il film più duro e terribile che si possa vedere, perché mostra la realtà: vorremmo che le immagini del deserto che avanza fossero "solo un film", invece è quello che accadrà se non cambieremo le cose. Bisogna iniziare subito, abbiamo poco tempo, e bisogna farlo senza aspettare che i governi si muovano. Non a caso dal fronte "politico" arrivano dati sconfortanti: nel 1997, con il protocollo di Kyoto, i Paesi del mondo avevano promesso si ridurre del 5% l'emissione di gas entro il 2012; fino ad oggi ben pochi hanno mantenuto la promessa. Lo stesso Al Gore aveva contribuito alla stesura degli accordi di Kyoto, ma non era riuscito ad avere la firma di nessun senatore. ---A casa nostra la situazione non è delle migliori, visto che a gennaio l'Italia ha ricevuto "una tirata d'orecchie" dall'Unione Europea per la scarsità delle fonti di energia pulita. È vero che sono stati rilanciati gli accordi di Kyoto, da rispettare entro il 2020, ma senza aspettare 13 anni per vedere se questa volta la promessa sarà mantenuta, è bene darsi da fare.

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