non esiste più fisicamente: gli ambulatori saranno al piano terra, le degenze ai piani superiori e gli studi medici all’ultimo piano. Diverse discipline convivranno tra loro. Il cuore centrale vede anche la presenza di un sistema di informatizzazione globale; porterà gli specialisti di diverse discipline ad un’integrazione forte che oggi non è facilitata dalla distanza fisica.” Nella torre numero uno avrà sede il dipartimento moderno infantile, nella due il dipartimento pediatrico e nella tre il dipartimento di neuroscienze e scienze motorie. Il dipartimento di medicina e chirurgia troverà posto nella torre quattro, mentre nella torre cinque ci sarà il dipartimento cardiovascolare. La torre sei

ospiterà il dipartimento onco-ematologico, nella sette ci saranno le aule per la didattica, la centrale operativa del 118, la nefrologia e il dipartimento di salute mentale.
     Leggere tutto ciò che ci sarà nell’ospedale nuovo fa pensare quasi ad
una struttura futurista: gli operatori sanitari ed i pazienti saranno collegati da 60 km di fibra ottica. In questo modo le immagini radiografiche, i referti e le cartelle cliniche potranno viaggiare in tempo reale. Ogni paziente avrà al polso un braccialetto che racchiuderà la sua storia clinica e i parametri vitali, leggibile con un computer palmare. Si eviteranno materiali freddi e colori contrastanti tra loro per rendere gli spazi confortevoli e ai familiari dei pazienti sarà dedicata una hospital street con vari servizi, tra cui una banca e dei bar. L’intera struttura è stata pensata per rispondere alle esigenze sia dei pazienti, sia dei medici, e per migliorare l’assistenza e la permanenza del malato.
     La novità architettonica è solo uno dei sintomi di una rivoluzione culturale profonda: “Non è più la persona che gira e si sposta, ma è l’ospedale che sta intorno al paziente e risponde alle sue esigenze. Il Nuovo è un’altra cosa rispetto al vecchio.” Un cambiamento copernicano, che vede al centro il paziente, nonostante ci siano state delle critiche. Lo stesso Salmoiraghi le ricorda. “Mi arrabbio quando sento dire che fino ad oggi si è pensato solo ai muri e non alle persone.
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