Decidiamo di partire dalla più antica per arrivare passo passo alla più moderna, ma capiamo ben presto che ognuna di esse, a modo proprio, di antico non ha proprio niente e che tutte sono accomunate dallo spirito di innovazione e ricerca basato sul genio dell’uomo, il quale, a volte, ne ha decretato il successo, a volte il fallimento, a seconda di come l’innovazione sia stata recepita dallo spirito del tempo e di quanto questo o quel modello fosse precursore per l’epoca. Così come

è accaduto a Leonardo o Archimede, anche per qualche genio incompreso della motocicletta l’essere troppo avanti con i tempi è stato l’unico problema, a volte insormontabile, che non ha permesso la divulgazione delle sue idee, tanto logiche per lui, quanto incomprensibili per gli altri. Purtroppo è molto più facile reprimere ciò che non si capisce che cercare di comprendere l’arguzia altrui! Ed è così che solo a distanza di decenni si è capito quanto di buono ci fosse in certe innovazioni e quale potenziale avevano alcuni progetti abortiti sul nascere. Purtroppo, in molti casi, i loro creatori non sapranno mai quanto sono state apprezzate dalle generazioni future le loro creazioni e quanto siano servite per migliorare un’idea, di per sé geniale, quale è la motocicletta.
     Quando ognuno di loro, al suo tempo, si sedette in un angolo con la testa tra le mani, pervaso da quella idea che gli tormentava l’anima e che dopo notti insonni prese la forma voluta, plasmandosi tra le abili mani quasi fosse
lì da sempre, è in quel preciso momento che ognuno di loro è entrato a far parte della storia ed è questo il filo conduttore che li unisce tutti in qualsiasi parte del mondo si fossero trovati e in qualunque tempo!
     È difficile dire adesso quale sia stata la motocicletta che ci ha più colpito in assoluto. Il MAD va visto. Una cosa è certa. Nulla di quello che vediamo sulle moto di oggi è del tutto nuovo! Dal monoammortizzatore alla monoscocca, dallo scarico sotto il motore, che tanto va di moda adesso, ai dischi perimetrali; dai piccolissimi motori plurifrazionati con tanto di alberi a camme in testa e règimi di rotazione da MotoGP, ai sistemi sterzanti privi di forcella. L’avevano già inventato i nostri nonni, con la modesta tecnologia di allora e senza l’ausilio di computer e sistemi CAD-CAM. E allora? Bravi noi o bravi loro?
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