Da un lato, umanamente, penso che in alcuni casi sia meglio far crescere un bambino fra genitori omosessuali che si amano, si rispettano e che per questo vivono in un ambiente caldo e sereno piuttosto che in un istituto o con genitori tossicodipendenti, alcolizzati, violenti, immaturi o semplicemente disinteressati. Le cronache sono piene di realtà tristissime con protagonisti i bambini. Dall'altro lato, non possiamo sapere oggi quali saranno le conseguenze di una tale apertura sulla psiche di questi bambini e di come ciò trasformerà un domani la società. Come porsi di fronte al classico tema a scuola sul papà? O alla descrizione della famiglia: "maestra il mio papà fa il muratore e la mia mamma anche!"
     A parte le battute, è pur vero che cinquant'anni fa non si potevano calcolare neppure le conseguenze dei divorzi eppure non mi sembra che si stia andando allo sfacelo. Quando le donne manifestavano in piazza per il divorzio, si può dire che venivano additate e guardate esattamente come oggi facciamo con i gay che chiedono i Pacs, ma oggi una donna divorziata o i bambini di genitori separati non fanno più notizia e neppure è scontato che, crescendo, diventino pazzi criminali. Quindi? È solo questione che dobbiamo entrare tutti nell'ottica di un nuovo cambiamento? Forse, come in ogni cosa, il ridimensionare il problema e il porre delle regole chiare e precise potrebbe risolvere la questione, perché come sempre la verità sta nel mezzo, ma i nostri politici sembrano invece intenzionati a sollevare ancora tanto fumo per impedirci di capire e per poter protrarre le loro diatribe, a discapito purtroppo dei diritti delle persone e della serenità altrui. Vi saluto, confidando che l'amore e il buon senso civile trionfino e che si trovi una soluzione che accontenti tutte le parti. Utopia?