SE "DICO" "PACS" È UN GUAIO?
                                               di Omar Gabbiadini

     Ultimamente è di grande importanza nell'opinione pubblica e parlamentare la divergenza di opinione sui cosiddetti Pacs. Al governo c'è chi si arroga il diritto di difendere la famiglia e chi a sua volta ritiene che aprire le porte alle coppie omosessuali sia un doveroso atto di civiltà. La domanda è: una coppia omosessuale costituisce una famiglia? E ancora: è giusto riconoscerla come tale?
     Per rispondere, dovremmo in primis dividere il credo religioso dalla coscienza di ognuno: nel primo la fede potrà indirizzarci, mentre nel secondo il discorso si fa ancora più complesso. La famiglia comunemente è individuata in un nucleo che comprende un padre, una madre e dei figli. Allora, un nucleo che ha perso il padre per disgrazia o malattia, non è più una famiglia? E ancora, un nucleo i cui coniugi sono separati costituisce ancora una famiglia? Quanti di noi, traditi o abbandonati proprio dalla famiglia naturale, hanno trovato in un amico/a il calore di una famiglia? Questi interrogativi certo forse non ci chiariscono le idee e aumentano i dubbi, è vero, ma allo stesso modo aprono le nostre menti verso uno spiraglio. Non si potrebbe dire che esiste una famiglia ovunque ci siano degli individui disposti a volersi bene, a rispettarsi e sostenersi reciprocamente per la vita? In quest'ottica, omosessuali o eterosessuali non sono differenti.
     Oggi la strumentalizzazione politica non ci aiuta a riflettere in tutta serenità, i mass media ci propongono politici "paladini" della famiglia tradizionale e dei valori cristiani e politici "distruttori" della società civile, ma nessuno che in tutta obiettività ci spieghi a che stato sia oggi il diritto di famiglia e cosa e come cambierebbe se dovessero essere introdotti i Pacs o i Dico, che dir si voglia. È un po' come quando ci hanno chiesto di votare il referendum per dare o meno la possibilità alla scienza di agire sulle cellule staminali. chi ci capiva qualcosa?!
     Eppure, questa dei gusti sessuali, dovrebbe essere una questione privata, in cui ognuno si possa gestire come meglio crede. Non c'è nulla in fondo di più intimo di quanto si fa nella propria sfera sessuale e all'interno delle mura domestiche. Non pensiamo agli omosessuali che vestiti di tutto punto, truccati e con tacchi a spillo marciano in strada per il Gay pride, non pensiamo ai trans che affollano le nostre strade, quelli sono in fondo una minoranza, esattamente come lo sono le prostitute o quelle sessantenni che si vestono come adolescenti e riempiono le vie cittadine il sabato pomeriggio.

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