ad un evento culturale particolarmente curioso, “La Fabbrica dell’Arte”, una piccola kermesse di un’ora durante la quale sono stati proiettati non solo spot pubblicitari, prodotti dagli anni ’30 fino ad oggi e legati a prodotti che hanno influenzato la nostra esistenza, ma anche documentari o cinegiornali diretti e interpretati da registi ed attori di fama. Abbiamo ammirato quindi un’ inedita Mina nelle vesti di protagonista di uno spot Barilla degli anni ’70, Giorgio Gaber insolito cronista di  un fatto di cronaca milanese e il Quartetto Cetra che sponsorizza la mitica Lambretta. Sono stati proiettati anche vari trailer firmati Fellini, Zurlino, Bruno Bozzetto, Mihailkov e Wim Wenders,  ed uno strepitoso Olmi che dirige una documentario dell’Edison. A seguire, nel corso della serata sono stati proiettati i primi sei film in concorso, in ordine sparso per il concorso “Cinema d’Arte” e per la sezione “Sottoventi”: "Land Gewinnewn" di Marc Brummund (Germania), "Woolf" di Jurj Kubinec (Slovacchia), "Ekomorfoza" di Frantisek Jurisic (Slovacchia) mentre l’Italia ha presentato "Occhio Sensibile" di Liliana Ginanneschi, "Sospesi" di Alessandro Riceci, uno sguardo indiscreto nella stanza di un morente attorno al quale si stringono i membri della famiglia, con tutte le conseguenze del caso,  e "Cover Dalì" di Alessandro Amaducci, un caleidoscopio di immagini che ricordano lo stravagante artista.
     Domenica 24 giugno altra serata speciale con la presentazione dell’evento “Arte in Giro”. Organizzata da Promoeventi Sport, con il supporto della Gazzetta dello Sport e di RCS Sport, commentata da ospiti illustri del mondo del ciclismo, è stata proiettata la pellicola “Appuntamento a Belleville – Les Triplettes de Belleville” di Sylvain Chomet,  un film francese d’animazione che racconta il sogno di un ragazzo di diventare un grande ciclista. Champion, questo il suo nome, è spronato su questa strada dall’arzilla nonna che lo allena e lo iscrive al Tour de France dove il ragazzo viene notato anche da loschi individui che lo rapiranno per portarlo oltreoceano, nella cittadina di Belleville (una specie di New York casereccia). La vispa vecchietta non si perde d’animo, però, e in compagnia del cane Bruno parte alla volta di Belleville dove, aiutata da un trio canoro di bizzarre vecchiette cantanti, Les Triplettes, riesce a sconfiggere l’organizzazione mafiosa e a liberare il nipote. Grande successo di critica, “Appuntamento a Belleville” è stato giudicato come la risposta europea allo strapotere USA, dominato dalla Disney e dalla Dreamworks di Spielberg: non potendo competere con le major Usa dal punto di vista dell’animazione, la regista ci incanta con i contenuti di questa pellicola, una nostalgica riedizione degli anni ’30, con il Giro di Francia e i ciclisti come Coppi che prendevano il ciclismo
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