L'abbozzo di un inseguimento, di un rapimento ci sono, ma non suscitano ansia: si sa come andrà a finire. L'epilogo è una cascata di miele, i buoni premiati e i cattivi puniti: più politicamente corretto di così si muore.
     Bisogna ammettere però che la scrittura è godibile e scorrevole, i dialoghi complessi ma comprensibili anche ai profani; in generale mi ha dato l'impressione di essere una scrittura molto "cinematografica", che affida al discorso diretto la sua forza espressiva. Di certo l'immaginazione del lettore è molto sollecitata, aiutata anche dall'ottima caratterizzazione dei personaggi. Ecco finalmente uno scrittore che scava nella psicologia delle sue creature; gli stati d'animo di Jeannie & Co. sono vari e mutevoli, scanditi da analisi precise e molto centrate. Cosa ancora più importante, i buoni non lo sono fino in fondo e i cattivi mostrano segni di umanità, almeno alcuni di essi; è certo un punto a favore di Follett, che non si è lasciato prendere dal canto della sirena del manicheismo, rischio in cui incappano molti scrittori e tanti registi, ad esempio l'Allen di "Match Point": i suoi personaggi non hanno profondità o sono cinici fino all'estremo o sono ingenui in modo innaturale. Ma questa è un'altra storia.
     L'intuizione migliore dello scrittore sta proprio nell'argomento portante del libro: la clonazione; come ho accennato nell'introduzione, Follett ha affrontato l'argomento molto prima che salisse alla ribalta della cronaca. Oggi, più di allora, questo tema ha assunto peso nell'attualità; le implicazioni etiche connesse a clonazione e utilizzo di embrioni per scopi scientifici hanno acceso un dibattito sfociato, qui in Italia, in un recente referendum. Nessuno finora ha mai temuto il peggio, nel senso che dell'argomento si è sempre parlato alla luce del sole e mai sono giunte notizie di esperimenti aberranti come quelli raccontati nel romanzo: tuttavia leggendo il libro sorge il terribile dubbio che forse la realtà potrebbe superare la finzione e magari nel mondo operi davvero qualche scienziato senza scrupoli, convinto di fare del bene all'umanità clonando esseri umani perfetti e stravolgendo le leggi della natura. È un romanzo, certo, ma affronta tematiche che non possono essere eluse come pura fantasy, soprattutto ai giorni nostri, quando la tecnologia permette all'uomo di diventare sempre più padrone del mondo e del proprio destino, forse dimenticando la sua natura mortale e imperfetta.
                                                                               Silvia Ferrari

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