BERGAMO E LA CRISI DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE
                                 di Pierluigi Piromalli

     Da qualche tempo Bergamo patisce una preoccupante involuzione per quanto concerne la disponibilità di sale cinematografiche, da sempre oasi di promozione culturale inserite in un contesto urbano inflazionato dalla presenza di banche, di bar e di negozi di abbigliamento. L'avvento della grande distribuzione e l'edificazione dei colossi commerciali eretti nelle grandi aree periferiche urbane hanno condizionato ed investito anche la pianificazione di nuove strutture da destinare alla proiezione dei film, generando inevitabilmente la crisi del settore per quanto riguarda la sopravvivenza dei cinema in città. Le multisale, rese più ampie, comode e tecnologicamente più moderne, in linea con l'evoluzione delle tecniche cinematografiche, hanno relegato ad un ruolo marginale la classica sala cittadina, un po' angusta, fredda ed inadeguata alle esigenze attuali di un'utenza rivolta maggiormente, e forse giustamente, a valutare la coreografia d'insieme più che la qualità del prodotto offerto. La possibilità, inoltre, per queste moderne strutture polivalenti, di offire spazi e servizi di vario genere ha garantito ai gestori incassi certi e sale quasi sempre al limite della disponibilità di posti.
     Purtroppo - a parte il Capitol, unico esempio tangibile di sala cittadina rinnovata in sintonia con questa nuova tendenza trasformista - i cinema storici della città sono stati indotti, per svariati motivi, a chiudere i battenti o, comunque, ad adeguare la struttura per renderla competitiva e concorrenziale a quella delle più ospitali multisale. Dal punto di vista logistico gli spazi cittadini, già compressi e strutturalmente limitati nel loro sviluppo, evidenziano qualche inevitabile lacuna rispetto ai nuovi centri, che, bontà loro, godono di una maggiore ricettività essendo ubicati nelle prime periferie, candidate, altresì, ad ospitare altri nuovi impianti che, occorrendo, potranno trasformarsi in teatri o palchi per cabaret e rappresentazioni varie. Tuttavia, neanche l'amministrazione cittadina, che, attraverso l'assessorato competente, dovrebbe promuovere e sostenere tale particolare attività, pare aver compreso a fondo il problema di questa drastica trasformazione e conseguente mattanza dei cinema locali, dimostrando una scarsa attenzione ed una insufficiente sensibilità per contrastare la crescita di questi poli di attrazione a danno dei tradizionali luoghi di aggregazione, i quali hanno avuto ed hanno ancora il merito di vivacizzare la città e di coniugare i diversi aspetti ludici di una serata all'insegna della cultura e dello svago.

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