L'ARTE CINETICA DI SOTO ALLA GAMeC
                                 di Cristiano Calori

     Dall'11 ottobre 2006 al 25 febbraio 2007, la GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo - ospita la mostra "Visione in movimento" di Jesùs Rafael Soto, artista venezuelano recentemente scomparso (Ciudad Bolivar, 1923 - Parigi, 2005), considerato uno dei grandi esponenti dell'arte cinetica, movimento artistico della metà del XX secolo che pone al centro della sua ricerca il movimento, reale o virtuale, creato a partire dagli effetti ottici, dal moto dello spettatore o dal movimento reale dell'opera. Curata da Tatiana Cuevas e Paola Santoscoy, e organizzata in collaborazione con la Fondación PROA , l'iniziativa - che giunge in Italia dopo le tappe al Museo Tamayo Arte Contemporáneo di Città del Messico e alla Fondación PROA di Buenos Aires - presenta un'importante selezione di cento opere per la mostra alla GAMeC, dai primi lavori degli anni Cinquanta fino all'opera "Penetrable Azul"del 1999.
     Il percorso espositivo delinea gli sviluppi della ricerca artistica di Soto sul movimento, tendente a trasformare la superficie piana dell'opera in uno spazio tridimensionale e ad ampliare le possibilità di interazione dello spettatore fino a

farlo divenire parte integrante. L'interesse di Soto sul movimento non si concentra sui modi di attribuire un moto alla sua creazione, quanto di suscitare un effetto ottico di spostamento nella percezione dello spettatore con un'interazione tra forme, colori e spazio. Nei primi lavori l'artista venezuelano ottiene questo risultato attraverso la ripetizione e la sovrapposizione di elementi bidimensionali, come avviene in "Sotomagie"- 1967 - opera composta da undici serigrafie e "assemblages" e rappresentativa delle sue ricerche degli anni '50 -, dove Soto agisce con la ripetizione di piani al di sopra della superficie
pittorica, in modo da suggerire una schematizzazione del movimento.
     Nei lavori successivi Soto introduce il colore per generare spazi illusori attraverso il contrasto tra superfici monocromatiche. Queste ambiguità visive si arricchiscono con la presenza di fili metallici e barre sospese e, in un momento successivo, con linee fluttuanti nell'aria - chiamate "writings " - che vibrano in
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