OMBRE E RIFLESSI DI CONTEMPORANEO A PORTARTE 2006
                                 di Cristiano Calori

     Nella Sala della Porta Sant'Agostino fino al 4 Giugno ha avuto luogo la seconda edizione di Portarte "Ombre-Riflessi di Contemporaneo". Sandra Nava curatrice della mostra tra le più indipendenti e innovative della città propone artisti curiosi e intelligenti miscelando giovani visionari ad artisti dalla consolidata notorietà ed esperienza. La mostra permette di confrontare differenti sensibilità in bilico tra scultura, design, pittura ed installazioni, un melting pot contemporaneo senza soluzioni di continuità.
     Lo spazio magico della sala di porta Sant'Agostino consente di entrare nella mostra rompendo i consueti canoni convenzionali che in genere vede esporre l'arte in religiosa solitudine alle pareti, grazie ad un allestimento sofisticato ed efficace. Penetrando nella sala si fluttua a trecentosessantagradi tra opere appese in centro alla sala: le meduse plastico- luminose di Giovanni Minelli, le sculture-costume di Danlia Zanotto, la struttura praticabile di Bernardo Dinoris, si scoprono opere collocate negli anfratti: le sagome di Boccardi, le casette di Luigi Radici, le ceramiche di Alda Brembilla e negli spazi esterni la Porta: l'ironica installazione di ombrellini colorati del gruppo M.me Duplok.


     Tre sono gli artisti che per motivi anagrafici, oltre che per un curriculum più denso e lungo, nobilitano e fanno da punto di riferimento ai più giovani: Tilde Poli, reduce da una antologica alla Gamec,
espone alcune opere recenti (05-06) nelle quali eleganza e minimalismo sono portate alla massima espressione; l'altra signora dell'arte bergamasca Alfa Pietta presenta due grandi garze-tele crude e raffinate quanto il muro di pietra che le sostiene e Claudio Granaroli, il più "pittore", nel senso stretto del termine, tra tutti gli artisti presenti alla collettiva, presenta tre grandi tele dal grande impatto cromatico.
     La maggior parte degli artisti presentati lavorano in un ambito che non è ascrivibile pienamente ad alcun genere, ma operano nel solco e nella tradizione delle arti applicate, contaminazione colta tra il design e l'oggetto di decorazione fine a se stesso, soprattutto i più giovani, quasi ad esorcizzare e superare quel blocco culturale che continua a considerare le arti applicate (che storicamente sintetizzano creatività, artigianato ed utilità), relegate al ruolo di "figlie di un Dio minore".
                                                                 cristiano.calori@fastwebnet.it
 
 
 
 
 
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