BIOGRAFIA: San Valentino
                                 di Cristina Mascheroni

     Questo mese vi vogliamo parlare di un personaggio "storico" molto particolare, a metà fra il sacro e il profano. Vi vogliamo raccontare, infatti, la "storia" di San Valentino, che con la sua ingombrante presenza consumistica costringe intere popolazioni di fidanzati a spendere patrimoni in rose rosse, cuoricini al cioccolato e costosi ristoranti a lume di candela! È considerato il patrono degli innamorati, i quali approfittano del giorno a lui dedicato, il 14 febbraio, per augurarsi amore eterno (ma durante l'anno??) Non tutti però conoscono la sua vera storia.
     Valentino in latino si può tradurre in "valorem tenens" che significa "colui che mantiene il valore" oppure anche in "valens tyro" cioè "valoroso soldato". Si sostiene che un soldato è valoroso quando arretra mai davanti al nemico, anche

se è ferito si difende sempre con vigore. Allo stesso modo, Valentino non arretrò davanti al martirio, si difese con la sua fede in Dio per sconfiggere l'idolatria del paganesimo e vinse. Già cari lettori, è proprio così, non si dice San Valentino a caso. Secondo la leggenda, egli era un martire vissuto nel Terzo secolo, vescovo di Terni, arrestato ed ucciso per ordine del prefetto Placido mentre era a Roma, in quanto si era rifiutato di sacrificare agli idoli. In alcuni documenti storici ritrovati e datati IV secolo, troviamo molti riferimenti relativi al santo: si


legge infatti che il vescovo, famoso per la sua grande carità ed umiltà, compiva molti miracoli. Venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, affinché guarisse il figlio Cheremone, infermo da anni: guaritolo, convertì il ragazzo al cristianesimo insieme a tutta la sua famiglia e ad altri studiosi greci loro amici, Procolo, Efebo, Apollonio ed Abondio, figlio del prefetto della città, il quale non gradì la cosa e fece imprigionare nella notte il santo. Per punizione, su ordine dell'allora imperatore Claudio II detto "Il Gotico", egli fu decapitato sulla Via Flaminia a Roma, dove al secondo miglio della stessa, si edificò una basilica voluta dal Papa Giulio I e successivamente ristrutturata da Papa Teodoro.
     Dopo l'uccisione, i suoi discepoli Procolo, Efebo e Apollonio disseppellirono il
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