La moda del momento poi, portò a far si che non solo chi aveva un vantaggio economico nell'acquisto di un diesel ne facesse uso, ma tutti sull'onda dell'euforia momentanea dei primi anni ottanta (yuppismo), anche a svantaggio, bramavano per avere un turbodiesel nel box di casa. Il governo ci marciò a nozze introducendo così la sovrattassa sui diesel. Altro balzello sulle spalle degli automobilisti dieselizzati convinti della bontà della scelta fatta anche sulla scorta del cosiddetto "effetto pompa".
     Con il passare degli anni poi l'evoluzione ci ha portato attraverso l'iniezione diretta, il common-rail e la turbina a geometria variabile, snaturando il diesel e trasformandolo in un motore sportivo con una altissima potenza specifica, vanificando così, in buona parte, le economie gestionali tipiche della specie (vedere i consumi in città di alcuni diesel ipervitaminizzati). Dai volumi di vendita poi si vide che il diesel aveva sopravanzato il benzina nelle richieste dei consumatori, specie nelle vetture dei segmenti medio e medio alti e così ecco la magia! Il gasolio è arrivato ormai quasi al prezzo della benzina, e siccome i motori a benzina bisogna continuare a produrli come si poteva convincere l'ignaro automobilista che il tanto decantato diesel non era più un affare? Semplice, sapendo che il diesel è la fonte maggiore di inquinamento da particolato (il famoso PM10) invece di obbligare le case costruttrici a produrre automobili a gasolio solo con filtro antiparticolato (FAP) di serie, ecco arrivare i blocchi del traffico, le targhe alterne e per tutti i diesel anche euro 4 off-limits i centri delle grandi città se sprovvisti di tale dispositivo. E allora, cosa rimane per noi poveri automobilisti che magari usiamo la macchina anche come strumento di lavoro e ci serve per spostarci e quindi produrre reddito? Sembra che l'ultima novità in fatto di carburante ecologico e contro i sempre più soventi blocchi del traffico (Milano ha superato quest'anno la soglia di PM10 per più di 150 giorni) sia l'automobile bimodale ovvero con doppia alimentazione benzina/GPL o benzina/metano che avviandosi entrambe nella modalità di carburante più comune, passano al carburante alternativo in movimento, diventando veicoli ad inquinamento zero. Oltretutto tali veicoli sono incentivati da campagne di contributi governativi. Sarà finita qui? Ho paura di no. Forse tra poco cominceremo a vedere anche l'aumento del costo dei carburanti alternativi! O dobbiamo aspettarci novità dai nuovi modelli a benzina ad iniezione diretta più economici e puliti o da modelli con tecnologie cosiddette rivoluzionarie ( esempio "twincharger", la nuova GOLF 1400 sia turbo che con compressore volumetrico insieme avente bassi costi di esercizio e prestazioni da GTI)? Ma questa tecnologia non era forse quella che caratterizzava le LANCIA 037 o DELTA Rally Gruppo B nei primi anni ottanta e tutto ciò all'epoca solo per il mero raggiungimento delle prestazioni? La storia si ripete.
     Meditate gente meditate!

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