IL RECUPERO DEI DIALETTI
                                              di Gaudenzio Rovaris

     Chi ha studiato latino ricorderà le famose frasi "Non est peccatum necare patrem suum" dove suum può essere l'aggettivo possessivo o il genitivo plurale di maiale, determinando una traduzione strana e illogica della maggior parte degli studenti "non è peccato uccidere il proprio (suum) padre ... e non il padre dei maiali " o "I Vitelli dei Romani sono belli" da molti tradotta in latino, mentre è da rendere in italiano "Va' o Vitellio al suono della guerra del dio romano..." o "Cane Nero" ... "canta , o Nerone"... Ce n'è un'altra abbastanza famosa: "A i a ü a ê i ae ie"; è forse l'unica frase di lingua o dialetto che ha la caratteristica di non avere consonanti... "Andate anche voi a vedere le api vive..."
     Quanti altri termini dialettali rispecchiano l'originalità di un ambiente o di un paese! Come è difficile oggi salvare queste espressioni tipiche di fronte a messaggi globalizzanti, inglesizzati e via di seguito.
     Con tristezza mi rendo conto che i miei figli e i miei alunni le hanno perse quasi completamente e che, quando ne ricordo alcune, ne sono entusiasti. Il mondo tende a diventare globale e a renderci sempre meno noi stessi: la maggior parte della popolazione delle periferie delle nostre città in questi ultimi tempi si è gradatamente arricchita di cittadini provenienti da altre regioni e di numerosi immigrati stranieri di varie nazionalità, che hanno portato le loro abitudini e le loro culture, arricchendoci notevolmente di interculture, ma contribuendo ad una standardizzazione che una società consumistica propugna per renderci tutti "uguali" e poterci condizionare meglio. Amante della mia terra e delle sue tradizioni, sono rimasto favorevolmente sorpreso quando ho saputo dei minicorsi di lingua e cultura bergamasca programmati negli scorsi anni in alcune scuole elementari e, preoccupandomi che fosse solo un aggravio di studio ed una perdita di tempo in attività fini a se stesse o solo una "boutade" politica, mi sono interessato alla loro programmazione ed agli obiettivi che si proponevano. Come Insegnante sono a conoscenza del lavoro di ricerca e di "salvataggio" di culture e tradizioni che sta avvenendo nella maggior parte delle regioni italiane e nei gruppi etnici di immigrati; anche nella bergamasca gruppi di studiosi e folcloristici (solo per citarne alcuni: il Ducato di piazza Pontida, gli Zanni e lo storico della lingua e della storia di Bergamo Zanetti) sono impegnati nella conservazione della cultura bergamasca e si sono aperti musei che vogliono tramandare utensili ed immagini della civiltà contadina della nostra terra.

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