semplicemente guardandola negli occhi, penetrando nei recessi più oscuri del suo cuore. Tanto è grande la sintonia affettiva e mentale che si crea fra le due persone, che il desiderio dell'uomo finalmente divampa in lei, fino a soffocarla, fino a farla stare male e piangere dall'infelicità. Quando finalmente anche i corpi si conosceranno, per Maria è la scoperta che l'Amore, il tanto ricercato e sospirato amore, è questo, la comunione di due corpi e di due cuori, che si uniscono finalmente in un unico esaltante amplesso che sfocia in un orgasmo senza fine. Lieto fine assicurato.
     Irriverente, dissacratore, Coelho ci ha abituato alle atmosfere New Age dei suoi successi più clamorosi, quali "L'Alchimista" (1995), suo primo successo di proporzioni planetarie, "Sulla Sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto" (1996), "Veronika decide di morire" (1999), "Il Diavolo e la Signora Prym" (2000), ma in questo romanzo, affronta un tema scabroso quale il sesso e le sue devianze, cercando però (lui dice) il lato sacro della questione. Non si capisce se questo libro è stato scritto con lo spirito che contraddistingue l'autore o esplicitamente per stupire e far parlare di sé, anche perché Coelho è oramai un monumento sacro ed intoccabile in patria, pluri-premiato in tutto il mondo. Nella sua biografia narra che ogni anno trascorre la notte di Capodanno nella grotta di Lourdes, dove affina le sue doti di bontà, ma nella vita gozzoviglia amabilmente insieme alla moglie Cristiana (sua unica ed insindacabile critica) nelle località più modaiole del jet-set internazionale. Indubbiamente, anche in questo caso, ha fatto parlare di sé, soprattutto perché tratta un argomento che è diventato parte delle nostre riflessioni quotidiane, il sesso, il motore che fa girare il mondo, come qualcuno ha più volto sottolineato, insieme al denaro. Triste però la mercificazione dello stesso, squallido il racconto nudo e crudo della manipolazione del clitoride femminile, noioso l'accostamento continuo dei colloqui mentali che la protagonista ha con la Vergine Maria (la purezza) e l'analisi dell'ultimo rapporto orale avuto (il peccato). Abbastanza scontato, quindi, l'abbinamento fra sacro e profano, purezza e peccato, amore e perversione, bianco e nero, fino alla redenzione della protagonista attraverso il Principe Azzurro (il pittore Ralf) che arriva "in sella al suo bianco destriero" e la salva dal peccato, anche qui facendo sesso (o possiamo/dobbiamo chiamarlo amore?) con lei. Come in un romanzetto d'amore di Liala, senza però la purezza stilistica di questa autrice d'altri tempi. Al confronto della protagonista di questo romanzo, Lady Chatterley, altra nota protagonista di emozioni pruriginose, sembra un educanda.
     Un libro sul sesso indubbiamente è difficile da scrivere, in quanto uno si aspetta chissà quali rivelazioni, soprattutto da un personaggio così "illuminato" come Coelho, il guru della New Age, ed effettivamente anch'io mi aspettavo qualcosa di più da lui, qualche riflessione più profonda e non solo disserzioni cliniche e banali luoghi comuni. Il libro si salva tuttavia, perché la scrittura di Coelho è semplice e concisa, quindi la lettura è così rapida che non ti soffermi più di tanto sul vuoto dei contenuti.
     Va bene, parliamo di sesso, ma non così clinicamente, così cinicamente; alla fine ti passa quasi la voglia di farlo tanto ci si annoia. Coelho, per favore, torna a filosofeggiare New Age dopo aver bevuto Martini, mi piaci di più. Al sesso ci penso da sola, grazie.
                                                                               Cristina Mascheroni

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